Ticino
FFS Cargo, per la causa ticinese anche sindacati svizzeri
Samuele Quadri
3 giorni fa
Il comitato contro lo smantellamento di FFS Cargo in Ticino fa il punto sulla situazione ad una settimana dalla manifestazione a Mendrisio. L'ombra de La Posta a Cadenazzo e il futuro delle nuove officine a Castione preoccupano. Nel frattempo alcuni sindacati nazionali appoggiano la causa partecipando alla manifestazione..

Si avvicina la data della manifestazione -che si terrà il 29 agosto a Mendrisio- indetta dal comitato contro lo smantellamento di FFS Cargo in Ticino. Ad appoggiare la causa diverse personalità nazionali come Pierre-Yves Maillard, presidente dell’Unione sindacale svizzera e Matthias Hartwich presidente nazionale del SEV. Oltre a figure di spessore anche diversi comuni ticinesi hanno aderito come Bellinzona e Mendrisio. A 3 mesi dall’annuncio da parte della società che gestisce il traffico merci su rotaia del taglio di 40 posti di lavoro in Ticino, le novità sono poche e il possibile ricollocamento del personale sembra procedere a rilento con proposte lavorative non congrue. A confermarcelo Thomas Giedemann del sindacato SEV: "Il mercato del lavoro delle FFS è limitato e non è certo paragonabile a quello d'oltralpe. In questi due mesi ci sono stati dei colloqui con il personale e ci risulta che durante questi colloqui le proposte di ricollocamento non sono tutte ragionevolmente esigibili", afferma Giedemann.

L'ombra de La Posta

La chiusura dei terminal di Cadenazzo e Lugano-Vedeggio nel contesto di riorganizzazione del trasporto merci su rotaia continua a preoccupare. Come anticipato dalla RSI, LaPosta subentrerebbe a FFS Cargo per la gestione del terminal del comune del Bellinzonese. Una notizia, ad ora, non confortante per Matteo Pronzini: "La Posta dovrebbe subentrare a FFS Cargo nel terminal di Cadenazzo. Credo che qualsiasi cittadino del Canton Ticino non possa che sorridere pensando alla Posta, che ha smantellato come nessun altro in Ticino, possa sostenere il servizio pubblico".  

Sindacato dei macchinisti basito

A non essere informati anche gli addetti ai lavori. Il presidente del sindacato dei macchinisti Ticino Luca Benato è sorpreso: "Noi ad oggi ci poniamo delle domande: chi gestirà Cadenazzo? Chi farà le manovre? Chi comanderà le tracce? Noi attualmente non siamo stati informati di nulla, né dalle FFS né dalla Posta. Questo ci lascia basiti, perché dovremmo i primi ad essere informati come rappresentanti sindacali", ci dice Benato. 

Con le nuove officine altri tagli?

Situazione non tranquilla anche per quel che riguarda il Nuovo Stabilimento Industriale Ferroviario di Castione. Thomas Giedemann parla di ulteriori 150 posti in bilico: "A Castione sono previsti 360 posti di lavoro, però attualmente alle Officine di Bellinzona e agli impianti di Via Pedemonte -che confluiranno nelle nuove officine- lavorano più di 500 persone. Mancano 150 posti all'appello. Ci ritroviamo con 200 posti di lavoro (insieme ai 40 di FFS Cargo) che le Ferrovie Federali Svizzere decidono di smantellare in Ticino".

Trasferta a Berna

Temi scottanti che arriveranno a Palazzo federale. Matteo Pronzini ha l’intenzione di chiedere ufficialmente ad un Consigliere di Stato di accompagnarli a Berna: "Il 9 settembre, una delegazione di ferrovieri sarà al Parlamento Federale e cercherà di informare e convincere i parlamentari federali dell'importanza della nostra battaglia e chiederemo al Consiglio di Stato di sostenere questa trasferta a Berna negli interessi dell'occupazione e del Canton Ticino", conclude Pronzini.