
La notizia circolava da settimane e questa mattina è arrivata l’ufficialità: FFS cargo taglia 65 posti di lavoro in Svizzera e la scure colpisce in modo pesante il nostro cantone. 40 sono i posti a tempo pieno che andranno persi. Per dare di persona la notizia ai dipendenti è arrivato oggi in Ticino il direttore Alexander Muhm. Nel comunicato stampa delle ferrovie in italiano è scritto nero su bianco che non ci saranno licenziamenti. Lo conferma ai nostri microfoni lo stesso direttore, a cui abbiamo chiesto come si concretizza questa intenzione. “Lavoriamo sulla fluttuazione e sulla demografia”, ci dice Muhm. “Nel futuro prossimo molti dipendenti andranno in pensione e non dobbiamo dimenticare che le FFS hanno sempre bisogno di personale, perché il traffico viaggiatori e l’infrastruttura crescono". I tagli toccano il personale impiegato in locomotive, manovre e controlli tecnici. Vista la situazione critica del mercato del lavoro in Ticino, tra le soluzioni per il personale potrebbe esserci la proposta di un impiego oltre Gottardo. “Ci farebbe piacere se qualcuno avesse voglia di spostarsi in altre regioni”, sottolinea Muhm. In Romandia, ad esempio, “abbiamo una carenza di personale, ma questo sarà un punto che verrà discusso con i dipendenti”.
"Abbiamo perso molto volume"
La misura comunicata oggi rientra nel progetto di ridurre i costi di 60 milioni entro il 2033. Attualmente il deficit del settore è di circa 12 milioni l’anno, per un fatturato di 18 milioni. “Abbiamo perso molto volume negli ultimi anni e non siamo riusciti a coprire i costi con le nostre tariffe. Il motivo è questo ed è arrivato il momento di consolidarci”. La politica svizzera spinge però da anni sul trasferimento del traffico merci dalla strada alla rotaia. Ci si chiede se queste chiusure non rischino di vanificare gli sforzi... “L’obiettivo del trasferimento riguarda il traffico di transito, non quello interno e il nostro compito di FSS non è quello di eseguire una politica di trasferimento, ma di garantire una copertura dei costi”, replica il direttore. E proprio per rientrare nelle cifre nere potrebbero arrivare altre decisioni drastiche, che potrebbero colpire di nuovo il Ticino. “Sì, ci saranno altre misure, perché ora negozieremo con i nostri clienti. Alla fine sono loro che stabiliscono quanto traffico generare e a dipendenza del risultato di fine anno, ci saranno delle conseguenze sulle collaboratrici e i collaboratori”. Il Ticino “potrebbe essere coinvolto, lo scopriremo alla fine dell’anno”, termina Muhm.
Il Sev: "Una vergogna"
Il sindacato Sev reputa questa decisione “una pura e semplice vergogna”, afferma a Ticinonews il segretario Thomas Giedemann. “FFS cargo vuole praticare continue riorganizzazioni, tra l’altro i posti di lavoro toccati adesso sono solo l’antipasto di un progetto che si chiama 'Genesis', che mira a tagliare ulteriori centinaia di posti di lavoro. Noi siamo assolutamente contrari alla perdita di questi posti”. Anche perché "siamo convinti che questo mette in pericolo il futuro dell’azienda stessa”.