Ticino
FFS Cargo, i macchinisti esigono delle risposte
Redazione
18 ore fa
Non si placano le discussioni sui tagli annunciati da FFS Cargo lo scorso 20 maggio. Si muovono i sindacato che chiedono al Consiglio di Stato di intervenire. "Le Ferrovie e la Confederazione non pensano alla passione dei macchinisti, ma guardano solo ai loro interessi", afferma il responsabile del sindacato dei macchinisti sezione Ticino.

“Fare il macchinista non è una scelta, ma una passione. Il nostro lavoro è molto sacrificante: lavoriamo di notte, nei festivi, nei weekend. A volte non vediamo le famiglie per una settimana intera. Facciamo volentieri questi sacrifici perché abbiamo la passione di fare questo mestiere”. Così il responsabile del sindacato svizzero dei macchinisti sezione Ticino Luca Benato racconta la professione del macchinista. Lo scorso 20 maggio Cargo FFS ha annunciato la chiusura di 8 terminal tra cui quelli di Cadenazzo e Lugano. Il taglio prevederà entro la fine del 2025 65 posti di lavoro, di cui 40 in Ticino. Una notizia che fa preoccupare la mano d’opera ticinese del settore: “Non vedo un futuro roseo per il Cantone. Chiudendo le due filiali ticinesi ci saranno 80-90 camion in più sulle strade. Ciò significa che ci saranno 20-25'000 camion che arriveranno dalla Svizzera Interna e attraverseranno il Ticino per scaricare la merce a Stabio. Aumenterà dunque il traffico in autostrada e in tutto il Mendrisiotto”, spiega sempre Benato  

Il sindacato si affida alla politica

Proprio oggi il SEV ha scritto al Consiglio di Stato e ai Comuni chiedendo di intervenire al Dipartimento federale dei trasporti. Dello stesso avviso anche il sindacato dei macchinisti: “La Ferrovia e la Confederazione non guardano alla passione dei macchinisti, ma pensano solo ai costi. I costi però non devono pesare sulla popolazione e sugli addetti ai lavori. Ringrazio Nara Valsangiacomo che ha preso a cuore la nostra iniziativa. Lei farà un’interrogazione parlamentare. Oggi ho scritto una mail al Consiglio di Stato e mi attendo un intervento”, afferma Benato.  

Andare Oltralpe non è evidente per tutti

Una delle soluzioni delle FFS è il reimpiego del personale all’interno dell’azienda con un trasferimento Oltralpe. Una scelta difficilmente attuabile per molte persone: “Le FFS dicono che non ci saranno tagli”, sostiene Benato. “Noi ci atteniamo a quello che loro dicono. La nostra preoccupazione è che i macchinisti possano essere trasferiti in Svizzera Interna e se dovessero rifiutare potrebbe rescindere loro il contratto. In ogni caso non è evidente trasferirsi in Svizzera Interna per chi ha famiglia”.  

L'aspetto green

L’obiettivo di FFS Cargo è la riduzione di 60 milioni di franchi l’anno entro il 2033. La chiusura di 8 terminal a livello svizzero accresce l’inquietudine per quel che riguarda la riorganizzazione del traporto merci. L’aumento del traffico pesate su gomma non è un miraggio: “Entro il 2030 devono dimezzare il CO2 in Svizzera per tornare ai livelli del 1990. Ma questa scelta di Cargo FFS va contro questa logica”, dice Luca Benato. “Diminuire il trasporto su rotaia, significa aumentare quello su gomma. Alptransit e la Galleria del Ceneri sono state costruite per il traffico merci e invece ci stiamo muovendo in direzione contraria”, conclude Benato.