
"Quali iniziative intende intraprendere il Cantone per mitigare l’impatto negativo della chiusura dei terminal cargo di Cadenazzo e Lugano sul sistema logistico ticinese, sulla mobilità e sull’ambiente?". È una delle domande contenute nell'interrogazione firmata dal deputato Matteo Quadranti (Plr), con cui, grazie all'associazione d'area Plr-Lea, chiede lumi al Consiglio di Stato in merito alla decisione "della Confederazione, tramite FFS Cargo, di chiudere i terminal merci di Cadenazzo e Lugano, concentrando l’intero traffico combinato ticinese sul solo terminal di Stabio a partire dal 2026".
Le considerazioni di Quadranti
Nel testo Quadranti scrive che "tale scelta rischia di vanificare gli ingenti investimenti pubblici (oltre 24 miliardi di franchi) realizzati con AlpTransit per il trasferimento modale dal trasporto su gomma a quello su ferro, obiettivo costituzionale sancito nella Costituzione federale". Oltre a questo, continua, "la federale rimette sulle strade almeno 25’000 camion annui, con stime degli operatori che arrivano a oltre 100’000 camion se si considera l’effetto a catena sui collegamenti trasversali, superando di gran lunga il limite costituzionale di 650’000 camion transalpini annui, già sforato del 38% nel 2021". Inoltre, aggiunge, "il terminal di Chiasso Hupac dimostra l’efficienza delle gestioni private, mentre la cessione di Cadenazzo a un operatore privato avrebbe potuto mantenere operativo un nodo strategico senza costi pubblici". A questo si aggiunge il fatto che "la chiusura di Cadenazzo spezza l’equilibrio territoriale, eliminando una valvola di sfogo trasversale verso il Piemonte e concentrando tutto il traffico del Sopraceneri sui corridoi già saturi dell’A2 e della litorale del Lago Maggiore" e che lo stesso Lago Maggiore "rappresenta una via d’acqua naturale di 50 km tra Ticino, Lombardia e Piemonte, attualmente inutilizzata per il trasporto merci".
Le domande
Sei le domande poste al Governo:
