Ticino
Festività e ristorazione, Suter: "In fin dei conti è stato un buon Natale"
Redazione
2 ore fa
Il presidente di GastroTicino traccia un bilancio positivo del 25 dicembre e guarda con fiducia a Capodanno. "Le prospettive sono buone, anche se non ci sono più i festoni che durano fino alle 3 del mattino".

Dicembre è per definizione un mese di bilanci e di obiettivi in vista dell’anno alle porte. E un settore che ha dovuto affrontare non poche sfide nell'ultimo periodo è quello della ristorazione. Il Natale appena passato, tuttavia, "è stato in fin dei conti un buon Natale", rileva a Ticinonews il presidente di GastroTicino Massimo Suter. "È iniziato un po’ a rilento, anche a causa della meteorologia, ma alla fine ha vinto su tutti i fronti. Le cifre sono più che ottime e c’è molta soddisfazione da varie parti". Certo, "vi sono differenze tra le diverse zone, dovute anche a una concentrazione di eventi nei centri città. Città che hanno maggiore possibilità di affluenza da parte della clientela, ma alla fine, se hai un ottimo prodotto da vendere, la gente si sposta anche in periferia”.

Sono cambiate le abitudini dei consumatori?

“È stata mantenuta l’abitudine di restare in famiglia, dunque la convivialità. La gente è però più accorta nei consumi e questo si nota anche al ristorante; se le spese in famiglia aumentano, bisogna giocare al risparmio e anche la ristorazione è vittima di questo calcolo matematico. Dispiace, perché noi vogliamo sempre offrire il meglio, ma spesso meglio fa rima con spesa maggiore. Ecco quindi che le cifre nette sono inferiori rispetto a quanto si poteva raggiungere negli anni passati”.

Che 2025 è stato, in generale?

“È stato un 2025 difficile da analizzare in cifre totali. La ristorazione vive di frequenza, di territorialità. Non possiamo fare di tutta l’erba un fascio. Inoltre, dopo il Covid anche le abitudini degli impiegati d’ufficio sono cambiate: si esce meno a pranzo e si accorcia la pausa per finire prima. A livello turistico, invece, manca ad esempio la spesa del cliente europeo. Anche l’Europa non sta vivendo un periodo congiunturale ottimo e quindi il turista germanico non rinuncia magari alla vacanza, ma fa più attenzione. La spesa al ristorante è tra quelle maggiori per il viaggiatore e lì, di riflesso, si tende a concedersi meno sfizi”.

Questi villaggetti che prolungano sempre più la loro presenza nei grandi centri, sono un alleato per voi perché portano la gente fuori casa, o rappresentano una concorrenza?

“Anche qui occorre fare astrazione. Sono sicuramente un alleato per chi ha la possibilità di avere una casetta ad esempio in Piazza Riforma, poiché la ristorazione che ruota direttamente attorno alla piazza vive di riflesso questo successo. Il discorso è invece totalmente inverso per chi è posizionato in periferia, perché se ci si ritrova in centro alla casetta per fare aperitivo, difficilmente si prende poi la macchina per guidare 30 km. Non si possono assolutamente demonizzare i mercatini, ma la ristorazione in periferia dovrà magari trovare delle contromisure per invogliare la gente a frequentare i propri locali”.

Per Capodanno le prospettive sono buone?

“Le prospettive sono buone, ma anche qui c’è stato un cambio di paradigma; non ci sono più i festoni che durano fino alle 3 del mattino. Si va al ristorante in compagnia, si mangia, si beve e poi alle 23.30 ci si ritrova in piazza per salutare l’anno nuovo brindando in compagnia, magari con dei dj famosi”.

L'intervista completa a Massimo Suter:

 

 

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