Sanità
Familiari curanti assunti da spitex, una realtà diversificata
© CdT/Chiara Zocchetti e Ticinonews
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Daniele Coroneo
5 mesi fa
La possibilità di assumere familiari curanti è sperimentata da due servizi di cure a domicilio di interesse pubblico. Il settore si declina però in realtà differenti per dimensioni e funzionamento.

Se già vi occupate di un parente bisognoso di cure speciali, ad alcune condizioni potete essere assunti da uno spitex, un servizio di cure a domicilio. Abbiamo affrontato il tema alcune settimane fa. La questione controversa è quella dei costi: in caso di assunzione, prestazioni prima svolte gratuitamente da un familiare sono messe a carico della cassa malati. Nei giorni successivi al nostro approfondimento, i due grandi servizi pubblici di Locarnese e Luganese (Alvad e Scudo) hanno confermato alle rispettive assemblee la volontà di assumere familiari curanti, in via sperimentale. Non solo loro, tuttavia: l'Ufficio anziani e cure a domicilio del Cantone ci aveva riferito che i sei spitex di interesse pubblico stanno valutando di sfruttare quest'opportunità. Il timore che la diffusione di questa pratica in Ticino finisca per riversarsi sui premi di cassa malati sembra quindi essere più fondato.

Costi? "In istituto si spende di più"

Dallo scorso anno è attivo nel nostro cantone lo spitex NamuCare, uno dei pochi che al momento in Ticino assume familiari curanti. Il timore di un'esplosione dei costi non è condiviso da Stefan Furrer, direttore amministrativo di NamuCare. La sua è una struttura relativamente piccola, che impiega una quindicina di familiari curanti. "Nel complesso, le cure a domicilio contano per il 2-4% della spesa sanitaria. All'interno di questo dato si trovano solo alcune attività legate ai parenti curanti", commenta Furrer, che invita a considerare "i benefici di lungo periodo. Per esempio, questa possibilità permette alle famiglie di decidere tra mandare il proprio caro in un istituto e tenerlo al domicilio. Una casa anziani ha di regola un costo complessivo maggiore rispetto al nostro".

Le condizioni

Nell’ottica di NamuCare, più che un salario, quella versata al familiare curante è una gratifica, un riconoscimento per il suo impegno a fianco di un parente bisognoso. "Il nostro obiettivo è sostenere famiglie confrontate con una situazione difficile come la cura di una persona cara: quello del parente curante è un lavoro impegnativo, a volte anche 24 ore su 24". NamuCare ingaggia familiari "se l'utente è in cura già da tempo". L'assunzione di un parente curante è quindi "solo un tassello" di una presa a carico più vasta. Lo spitex diretto da Stefan Furrer chiede al parente assunto "contatti regolari con il nostro personale infermieristico. Inoltre, deve tenere un 'diario di bordo', ovvero un resoconto quotidiano di come sta la persona e di quali prestazioni sono state fornite". Vivere dello stipendio da familiare curante? A NamuCare "non è possibile. Non si tratta di un salario di otto ore al giorno, ma di una o due, in alcuni casi tre".

Fenomeno diversificato

Se NamuCare è una realtà ancora piccola, il settore è variegato. In Svizzera tedesca, dove il fenomeno è più diffuso, sono presenti spitex che assumono familiari curanti in 16 cantoni e che fatturano anche più di 2 milioni di franchi al mese. Di recente, uno spitex svizzero-tedesco del settore e operativo in più cantoni ha inaugurato una sede in Ticino. Infine, l’apertura all’assunzione di familiari curanti da parte dei grandi servizi di cure a domicilio di interesse pubblico potrebbe dare una nuova dimensione al fenomeno. "Non tutti gli attori sono uguali", concede Furrer. "Ciò che ci distingue da altri operatori è anche il fatto che il parente da noi non segue una formazione apposita, della quale non ha bisogno. Altri spitex pongono invece questa condizione, pure con lo scopo di ottenere i sussidi cantonali". Una formazione di 120 ore per queste figure è infatti necessaria agli spitex che volessero ottenere un contratto di prestazione da parte del Cantone.