Ticino
Famiglia sfrattata dal Comune di Breggia
Famiglia sfrattata dal Comune di Breggia
Famiglia sfrattata dal Comune di Breggia
Redazione
10 anni fa
I Bianchi si erano trasferiti a Caneggio quattro anni fa su invito del Comune, che ora li caccia. "Siamo sconcertati"

Roberto, Giuliana Bianchi e le loro tre bambine si erano trasferiti a Caneggio nel giugno 2011, dopo aver risposto a un appello lanciato dal Comune di Breggia che intendeva mettere in affitto l'ex Casa dei preti per favorire il ripopolamento del paese.

Ma ora, a soli quattro anni di distanza, il loro progetto di vita è stato interrotto dallo stesso ente pubblico che li aveva invitati, il quale intende mettere in vendita alcune sue proprietà, tra cui l'ex Casa dei preti.

La vicenda, che sarà discussa il prossimo 15 dicembre dal Consiglio comunale di Breggia, chiamato a dare seguito a un messaggio del Municipio, è riportata oggi dal Giornale del Popolo e da La Regione.

Per rimpinguare le proprie casse, il Municipio intende alienare un pacchetto di immobili, tra cui l'ex Casa dei preti di Caneggio, del valore totale di 1,7 milioni di franchi.

Il problema è che la famiglia Bianchi non ha i soldi per acquistare la casa in cui abita, per cui si vedrà suo malgrado costretta a lasciare la valle in cui aveva deciso di iniziare un nuovo progetto di vita.

I Bianchi, che definiscono la decisione del Municipio "paradossale", si sono appellati alla Sezione enti locali, si sono rivolti al Patriziato e hanno scritto una lettera a tutti i consiglieri comunali per chiedere che venga "ridiscussa e riveduta la decisione di messa in vendita dell'ex Casa dei parroci".

"Siamo sconcertati. Ci piaceva fare parte di questo progetto di ripopolamento della valle" affermano. "Per noi era l'opportunità di dare stabilità e tranquillità alle nostre figlie. Ci ha stupito l'atteggiamento del Municipio, proprio perché quattro anni orsono avevamo aderito allo spirito della valle e lasciato la casa dove abitavamo a Morbio Inferiore."

Ora la famiglia spera che il Municipio proponga loro una soluzione equivalente, in modo da poter continuare a vivere in Valle di Muggio. Perché uno sfratto sarebbe a loro dire "incoerente" e "irresponsabile", nonché "lesivo dell'integrità fisica e morale e della dignità della nostra famiglia."

L'appello della famiglia Bianchi verrà ascoltato? Lo scopriremo il 15 dicembre.

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