
Un 46enne rumeno è finito in manette lo scorso 25 maggio perché sospettato di avere preso parte a una truffa del “falso poliziotto” commessa il 16 maggio ai danni di un’anziana del Locarnese. A comunicarlo sono Polizia cantonale e Ministero pubblico. L’arresto è avvenuto in Vallese.
Il modus operandi
In base alle ricostruzioni, il modus operandi ricalca, con alcuni accorgimenti, quello evidenziato a più riprese in passato. Presentandosi come membri delle forze di polizia, i malviventi contattano telefonicamente la vittima carpendone abilmente la fiducia. Millantano quindi una serie di problematiche di sicurezza nel sistema bancario della persona presa di mira e, facendo leva sulla paura instillata, nonché attraverso lunghe e insistenti telefonate, la convincono a recarsi in banca per prelevare tutti i risparmi e vuotare eventuali cassette di sicurezza. Dopodiché la spingono a nascondere momentaneamente quanto raccolto in un luogo appartato e indicato dagli stessi truffatori, i quali fanno così capolino e i risparmi si volatilizzano.
Sottratte alcune decine di migliaia di franchi
Nel caso in questione, gli autori del raggiro sono riusciti a impossessarsi di alcune decine di migliaia di franchi. La successiva identificazione del 46enne è stata possibile grazie a un’intensa attività d’indagine svolta dalla Polizia cantonale con il supporto tecnico della Polizia della Città di Locarno. Il fermo e l’arresto sono infine scattati nel Canton Vallese grazie anche alla collaborazione della Polizia cantonale vallesana e dell’Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini (UDSC).
Forse recidivo?
L’ipotesi di reato nei confronti del 46enne è di ripetuta truffa aggravata. L’inchiesta è coordinata dal Procuratore pubblico Simone Barca. Le indagini dovranno valutare eventuali responsabilità in episodi analoghi e il possibile coinvolgimento di terzi.
Prevenzione
Polizia e Ministero pubblico approfittano dell’occasione per ribadire alcune norme di comportamento da adottare in casi simili. Occorre essere diffidenti quando si ricevono chiamate con richieste di denaro, non citare nomi di parenti al telefono e non fornire a sconosciuti informazioni sui propri averi, non consegnare a sconosciuti denaro o oggetti di valore e avvisare polizia e parenti in caso di telefonate sospette.
© Ticinonews.ch - Riproduzione riservata