
La vicenda delle false fatture all'ospedale Carità di Locarno approda in Governo. A nome dell'intero gruppo UDC il granconsigliere Orlando del Don ha infatti inoltrato quest'oggi un'interrogazione per far luce sul caso. Non tanto per il fatto in sé, ma in particolare sulle dichiarazioni del direttore generale dell'EOC Giorgio Pellanda, secondo il quale non è necessario procedere ad una denuncia alla Magistratura e al licenziamento in tronco del chirurgo che si è appropriato di 100mila franchi manomettendo dei moduli contabili. Dichiarazioni, quelle di Pellanda, che Del Don definisce ""preoccupanti, se non addirittura inquietanti".
"Bisogna dire che", si legge nell'interrogazione, "in questo tentativo di “giustificare” questa scelta, il direttor Pellanda non è riuscito a tranquillizzare nessuno e che il suo imbarazzo appariva palese. Evidentemente questa situazione e le modalità di tipo “difensivo” dei vertici dell’EOC non favoriscono né la giusta trasparenza relativamente a quanto accaduto e, allo stesso tempo, rappresenta un imbarazzante scivolone che rischia di portare discredito nei confronti di tutti i bravi medici attivi nelle nostre strutture sia pubbliche che private e, al contempo, getta qualche ombra di troppo nei confronti della direzione dell’istituto e dei vertici EOC".
Il granconsigliere si sofferma poi anche sulle dichiarazioni di Attilio Bignasca: "Ancora più sorprendente appare quanto dichiarato da Attilio Bignasca (membro del CdA dell’Ente Ospedaliero Cantonale) – e riportato oggi su Ticinonline – il quale afferma che sapeva della truffa in oggetto da sei mesi e che cionondimeno ha ritenuto opportuno non coinvolgere la giustizia penale perché, a suo parere, non si giustificava e perché “100'000 franchi non sono niente!”.
Dopo che la Magistratura ha preso in mano il caso, i protagonisti della vicenda e i vertici del nosocomio, insieme ai vertici dell'EOC, hanno assicurato la loro collaborazione. "Ma il problema, evidentemente, sta a monte", sottolinea Del Don, il quale pone una serie di domande all'attenzione del Consiglio di Stato:
"Il CdS era stato messo al corrente di quanto stava accadendo all’Ospedale La Carità di Locarno? Il CdS non crede che i vertici dell’EOC, con le modalità adottate nel far fronte al grave illecito, si siano arrogati il diritto di sostituirsi al lavoro della Magistratura? Il CdS ritiene che – davanti a casi di reati di rilevanza penale perpetrati in modo sistematico e organizzato, come nella fattispecie – non si debba piuttosto procedere subito a segnalare il caso alla Magistratura e a rimuovere immediatamente dal loro posto di lavoro le persone coinvolte nella truffa? Il CdS come giudica le sorprendenti dichiarazioni del Sig. Bignasca e – pure – la decisione della maggioranza del CdA dell’Ente Ospedaliero Cantonale che, con le loro opzioni, hanno di fatto avallato la sfiducia nei confronti della Magistratura ma, ciò che è più inquietante ancora, hanno in tal modo banalizzato questo tipo di reato e avallato indirettamente la tesi che possano sussistere – per quanto riguarda situazioni e comportamenti di rilevanza penale – due pesi e due misure in funzione di un autoreferenziale giudizio di un Ente di diritto pubblico come l’EOC? Cosa intende fare, ora il CdS, per riportare la fiducia dei cittadini nei confronti dell’EOC e affinché in futuro non abbiano più a verificarsi simili incresciose situazioni? Essendo venuto meno – con le dichiarazioni di Bignasca – il velo di discrezionalità relativamente all’operato del CdA dell’Ente Osp. Cantonale, non ritiene il Consiglio di Stato di dover a questo punto rendere completamente trasparente (nei confronti dei cittadini) quanto a suo tempo deciso dai rispettivi consiglieri di amministrazione di quel consesso?"
© Ticinonews.ch - Riproduzione riservata