Ticino
“Fallimentare la strategia lupo europea e svizzera”
Immagine Shutterstock
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Redazione
3 anni fa
La Sezione ticinese dell’Associazione svizzera per la protezione del territorio dai grandi predatori preoccupata per le predazioni avvenute quest’estate, soprattutto perché su greggi custodite. “Se non si cambia, la fine della pastorizia sarà segnata”

Gli attacchi di lupi durante l’estate in corso, così come nel 2020 e nel 2019, “stanno creando molta apprensione tra gli allevatori e rendono ardua l’attività dei pastori sugli alpi”. A segnalarlo la Sezione ticinese dell’Associazione svizzera per la protezione del territorio dai grandi predatori, secondo cui le misure di protezione delle greggi proposte dalle autorità e messe in atto dagli allevatori non riescono a impedire al predatore di attaccare.

Le ultime predazioni
Le predazioni del mese di agosto avvenute in Val Bedretto, in Alta Val di Blenio e nel Luganese sono infatti avvenute “su greggi custodite da pastori in permanenza e munite nella maggior parte dei casi di cani da guardiania”, evidenzia l’associazione. Una situazione che preoccupa e secondo l’associazione può accelerare “l’abbandono progressivo della pastorizia di montagna, con gravi conseguenze dal punto di vista paesaggistico, economico, ecologico e sociale”.

Occorre cambiare strategia
Esprimendo solidarietà alle persone colpite, l’associazione rinnova l’appello alle autorità federali e cantonali affinché riconoscano che “la strategia adottata finora, che prevede la protezione assoluta del lupo e la convivenza con l’allevamento, è fallimentare”. Ne è una conferma, aggiungono, lo scarico anticipato degli alpeggi che si è reso necessario in Mesolcina nello scorso mese di luglio. L’associazione di conseguenza stigmatizza “i toni tranquillizzanti espressi dagli uffici competenti in questi giorni”. Secondo l’associazione il tempo delle mezze misure è terminato: “o si avranno l’umiltà e il coraggio di modificare strategia oppure la fine della pastorizia sarà segnata”.

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