
Fabio Schnellmann è il nuovo presidente del Gran Consiglio. Classe 1960, deputato dal 2011, il liberale radicale luganese è stato eletto questo pomeriggio a Bellinzona con 76 voti. Designati, con 70 e 79 voti, anche i due vicepresidenti: la socialista Daria Lepori e Giovanni Berardi del Centro.
“Necessario un confronto democratico e aperto”
Accolto con un lungo applauso, nel suo discorso Schnellmann si è soffermato sulle importanti sfide che attendono il Ticino e sulla necessità di un confronto democratico e aperto. “Assumo questo incarico con onore e umiltà”, ha detto ringraziando dapprima colleghi e familiari. “Il Parlamento è luogo di confronto e idee ma soprattutto rappresenta il popolo. In questo anno vorrei che noi tutti mettessimo davanti i ticinesi agli interessi politici”, ha esortato, continuando: “Quest'anno saremo chiamati a decidere su temi importanti; casse malati, servizi pubblici, ambiente, un preventivo 2026 che non potrà più permettersi disavanzi, anzi. È auspicabile il pareggio per non pesare sulle generazioni future”. Tutte sfide, ha poi sottolineato, che richiedono visioni e, soprattutto, unità d’intenti. “Il bene comune è più importante delle singole appartenenze”, ha ancora ribadito il neo presidente, ricordando tutti i cittadini di questo cantone e appellandosi infine al rispetto nel dibattito politico.
"I presidenti passano, i nostri valori restano”
“Grazie per l’incarico e la fiducia che mi avete dato”. Così invece il presidente uscente Michele Guerra ha aperto il suo discorso di commiato prima di cedere il testimone a Schnellmann. “Oggi celebriamo il 234esimo presidente di questo Parlamento”, ha continuato il deputato leghista insistendo sull’importanza delle istituzioni. “Un numero che non è statistica ma filo storico”, ha detto, ricordando che i presidenti passano, “la luce dei valori di libertà, uguaglianza, fratellanza resta”. Guerra ha poi ricordato il lavoro dell’ultimo anno: “Abbiamo ottenuto più trasparenza, aperto le porte a tutti i rappresentanti degli schieramenti, lavorato per rafforzare il ruolo del Ticino a Nord, a Sud, all’estero”. Il presidente uscente ha infine citato la visita del consigliere di Stato Ignazio Cassis al Gran Consiglio e gli sforzi di dialogo con la vicina Italia per il completamento di Alptransit, prima di essere salutato con un lungo, caloroso applauso.