
Non è ancora stata scritta la parola “fine” sui nuovi aerei da combattimento per l’esercito svizzero. Lo scorso 31 agosto, Ps, Verdi e Gruppo per una Svizzera senza esercito hanno lanciato un’iniziativa contro l’acquisto di 36 aerei F-35. Oggi, secondo quanto da loro comunicato, la raccolta firme ha superato la soglia delle 100’000 sottoscrizioni. Il popolo svizzero sarà quindi verosimilmente chiamato a pronunciarsi nuovamente sull’acquisto di aerei da combattimento, dopo che nel settembre 2020 era stato approvato – di misura, con il 50,1% - un credito da 6 miliardi di franchi per il rinnovo della flotta aerea.
“La raccolta di 100’000 firme in nove mesi è un risultato importante”, commenta ai microfoni di Ticinonews Greta Gysin, consigliera nazionale dei Verdi. “Questi aerei non sono adatti al nostro Paese: si tratta infatti di velivoli da combattimento, mentre noi avremmo bisogno di aerei per la polizia dei cieli”. La flotta attuale, secondo la parlamentare ecologista, può ancora garantire questo compito a medio termine.
Voto oltre la scadenza
Oltre all’acquisto stesso degli aerei, a fare discutere è la volontà del Consiglio federale di procedere all’acquisto degli F-35 prima della votazione. L’offerta del produttore Lockheed Martin, da 6,1 miliardi di franchi, scade il 31 marzo 2023. Si ipotizza che la chiamata alle urne cadrebbe solo nel 2024. Secondo Consiglio federale e Commissione sicurezza degli Stati la situazione internazionale è troppo grave per attendere oltre, così come sarebbe troppo alto il rischio di dovere spendere di più posticipando l’acquisto dopo il termine dell’offerta. “È un pericoloso precedente per la nostra democrazia diretta”, denuncia Greta Gysin.
La guerra in Ucraina sullo sfondo
La critica non è condivisa da Rocco Cattaneo (Plr). “Il Consiglio federale non ha fatto altro che seguire la volontà popolare, espressa con il voto del 27 settembre 2020”. L’acquisto degli aerei, per il consigliere nazionale liberale radicale, è ancora più necessario alla luce del conflitto in Ucraina: “È diventato ancora più urgente modernizzare la difesa del nostro spazio aereo”. “In realtà in questo momento siamo molto vulnerabili soprattutto per la nostra dipendenza dalle energie fossili”, ribatte Gysin. “Investendo nell’uscita dalle energie fossili e nel rinnovabile faremmo qualcosa di concreto per la nostra sicurezza”.
Il modello
A pesare sul rifiuto dell’acquisto degli F-35 ci sono anche altri elementi, fra cui l’origine statunitense degli aerei: “Forse la nostra posizione sarebbe un po’ differente se non dovessimo essere dipendenti da uno Stato che non garantisce il controllo di quanto avviene in cabina. Ci sono dei modelli di aereo meno problematici”, spiega Gysin. Per Rocco Cattaneo, tuttavia, l’F-35 è il mezzo giusto per la Confederazione: “Al momento è l’aereo più acquistato a livello internazionale, selezionato dopo una lunga procedura dal Consiglio federale”.
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