Ticino
Ex-macello, un anno fa la demolizione
Immagine CdT/Zocchetti
Immagine CdT/Zocchetti
Andrea Ramani
3 anni fa
A 364 giorni di distanza, tante cose sono successe a Lugano, ma altrettante sono rimaste immobili, ad immagine delle macerie dell’ex macello, rimaste lì da quella notte fra il 29 e il 30 maggio

Sono passati 364 giorni dalla notte in cui la quasi ventennale esperienza dell’autogestione luganese fra le mura dell’ex-macello venne interrotta dalle ruspe. In ricordo di quella notte allo slogan “La passione per la libertà è più forte di ogni autorità”, domani un numero imprecisato di biciclette sfileranno per le strade di Lugano e concluderanno il loro percorso nel prato dietro l’ex-macello, per una notte di musica.

Cosa succederà oggi?
I piani sono stati stampati sul volantino di un’iniziativa che in gergo viene definita “critical mass”, quello che succederà effettivamente oggi lo affidiamo alle cronache dei prossimi giorni, visto che dalle intenzioni manifeste, in passato, non si sarebbe potuto immaginare che alla fine dello scorso dicembre, gli autogestiti tornassero all’ex-macello per “chiudere il gas, dimenticato aperto” o più prosaicamente per rioccupare il centro sociale.

Cosa si aspetta il Municipio
Sul fronte del dossier politico dell’autogestione, all’orizzonte le novità sono quelle di sempre. Il Municipio aspetta che si palesi un interlocutore per intavolare una discussione su una possibile nuova sistemazione per un centro autogestito. Quanto agli spazi, l’opzione dell’ex depuratore di Cadro rimane la più gettonata. Ma in buona sostanza non ci sono novità da questo fronte. Ciò non toglie che alla porta della Città si siano presentate altre realtà della cultura alternativa. I dettagli sono minimi ma presto verrà presentata una programmazione. In ottica di eventi alternativi, un sito temporaneo potrebbe essere trovato nel posteggio sterrato Gerra, fra i campi d’allenamento e il cimitero della città, ma anche in questo caso più di una destinazione si sa ben poco.

Iniziative
Sul fronte delle iniziative dal basso, invece, presto potrebbero esserci novità dal gruppo di cinque cittadini che nell’ottobre dello scorso anno lanciarono una piattaforma di dialogo per una Lugano “delle culture”, “abitabile”, “che crea appartenenza e “da capire”. Dall’incontro con il Municipio in febbraio, il gruppo composto fra gli altri da Boas Erez, non ha smesso di lavorare. L’estate ci saprà certamente dire di più.

A quasi un anno dalla demolizione
A 364 giorni di distanza, tante cose sono successe a Lugano, ma altrettante sono rimaste immobili, ad immagine delle macerie dell’ex macello, rimaste lì da quella notte fra il 29 e il 30 maggio. E ci rimarranno ancora, malgrado il decreto d’abbandono emesso dal procuratore generale Andrea Pagani, la Corte dei reclami penali che sta esaminando il ricorso contro la decisione de Ministero pubblico non ha ancora ordinato il dissequestro dei resti dell’ala non protetta dell’ex-macello.

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