
La sottocommissione finanze si è riunita questa mattina per chinarsi sul caso dell’ex funzionario del DSS, condannato per coazione sessuale e violenza carnale. Le conclusioni sono poi state presentate alla Commissione della gestione. Due, ricordiamo, le ipotesi che erano sul tavolo: Commissione parlamentare d’inchiesta (CPI) o audit esterno. La decisione, ha spiegato il coordinatore Michele Guerra a Ticinonews, è stata presa all’unanimità: “In questi mesi abbiamo svolto audizioni, richiamato documentazione confidenziale e abbiamo fatto tutte le analisi del caso. All’unanimità si è determinato di voler fare piena luce attorno alla vicenda. Abbiamo allestito una proposta di mandato per un audit esterno completamente indipendente”.
Audit esterno o CPI
I commissari hanno dunque optato per un audit esterno, ma l’opzione commissione parlamentare d’inchiesta resta comunque sul tavolo anche perché a prendere una decisione definitiva sarà la Gestione e tra la politica c’è chi propenderebbe anche per l’altra opzione. La bozza di mandato della sottocommissione finanze per l’audit esterno comunque è già pronta e la prossima settimana verrà presentata alla commissione della Gestione. “Si tratta di un mandato molto forte, che chiede un audit esterno slegato dal nostro Cantone e che possa fare chiarezza su quanto avvenuto”, precisa ancora Guerra. “Stiamo facendo anche degli approfondimenti su che poteri dare a questo audit. La discussione è ancora in corso e sarà la commissione Gestione e finanze a decidere cosa fare”.
Le tempistiche
Guerra non entra nei dettagli di questo mandato, ma secondo fonti di Ticinonews ci sono alcuni punti fermi. Il periodo preso in esame dalle verifiche dovrebbe per esempio partire dal momento dell’assunzione dell’ex funzionario. Un periodo che quindi coprirebbe decenni. Ci vorrà perciò del tempo, si stima circa un anno.
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