Ticino
Ex-funzionario Dss, “tutti sapevano ma nessuno ha fatto nulla”
Immagine “Io lotto ogni giorno”
Immagine “Io lotto ogni giorno”
L’inchiesta andata in onda su Falò torna sul caso che ha scosso il Ticino ma che, ancora oggi, è ricoperto da un senso di omertà che per il Collettivo è “inammissibile”

“Tutti sapevano da anni, ma nessuno ha voluto dire o fare nulla”. È questa conclusione del Collettivo “Io lotto ogni giorno”, dopo il servizio – molto toccante – andato in onda nella trasmissione Falò (Rsi, ndr.) ieri sera, relativo al caso dell’ex funzionario cantonale del Dss, condannato per stupro e coazione sessuale.

“Una situazione che non può essere archiviata”
Nell’inchiesta tre giovani donne hanno raccontato – con una lucidità ammirevole – gli abusi subiti per anni con una narrazione che per il Collettivo oltre a far venire i brividi “non lascia scampo a chi sapeva e vedeva e ha fatto finta di nulla e che continua ancora oggi indisturbato a fingere di non sapere”. Il funzionario, lo ricordiamo, era incaricato dal Cantone di seguire le politiche giovanili e “adottava comportamenti inadeguati, manipolava le giovani donne e abusava di loro”. Ma il commento del Collettivo, nello specifico, si focalizza sul clima di indifferenza e di omertà che si è creato attorno alla vicenda. All’interno dell’Ufficio, ricordano le femministe, si è alzato un muro di silenzio. “Una collega ammette chiaramente come tutti in ufficio, nonostante fossero per la maggior parte psicologi o operatori sociali, sapessero e discutessero delle ‘preferenze’ del funzionario, senza porsi problemi ma piuttosto ridendo di quanto succedeva...e dando per scontato che fosse ‘normale’ comportarsi così”, spiegano. “È una situazione che non può essere archiviata” e per il Collettivo “è ora che si faccia piena luce su quanto successo, sulle responsabilità di chi sapeva e non ha detto nulla”.

“È ora di fare luce”
Nello specifico, il Collettivo “Io lotto ogni giorno” denuncia anche il fatto che “non si sia stata aperta subito un’inchiesta amministrativa” e che “non si sia intervenuti sul funzionario”. Nell’inchiesta è chiaro come – spiegano – “si cerchi solamente di tenerlo sotto controllo affidandogli compiti amministrativi”. Quello che stupisce “è che dopo la prima denuncia nessuno più si interessa a loro, nessuno si preoccupa di sondare meglio, di accoglierle o di sostenerle. Imbarazzante sentire dire da loro che quando sono andate a denunciare nessuno ha cercato di approfondire, di capire come stavano, trincerandosi dietro un cauto “me ne occupo”... spaventoso anche che, nonostante le derive del personaggio fossero note, si conclude che una testimone non era affidabile, senza appurare nulla”, concludono.

“La lotta continua”
Il Collettivo ricorda che la lotta contro la violenza alle donne, il sessismo e l’omofobia “deve continuare” e per questo rinnova l’invito a scendere in piazza il prossimo 25 novembre, alle 18:00 a Giubiasco.

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