Ticino
“Evitiamo che Omicron si affianchi a Delta”
Daniele Coroneo
4 anni fa
Giorgio Merlani non si fa illusioni: non è possibile fermare la nuova variante, di cui oggi è stato scoperto il primo caso ticinese. Bisogna però rallentarne la diffusione, anche perché “il contact tracing è già in ritardo”

La notizia è di questo pomeriggio: in Ticino è stato trovato un primo caso di variante Omicron. La persona positiva non si trova in ospedale, così come i casi sospetti, per i quali accertamenti sono in corso. Ma in quali condizioni è avvenuta questa scoperta? Cosa dobbiamo attenderci nel prossimo futuro? Ticinonews ne ha parlato con il medico cantonale Giorgio Merlani.

“Ci aspettavamo che la variante Omicron sarebbe arrivata anche qui”, esordisce il medico cantonale. “Quello scoperto era un caso che avevamo già considerato sospetto”, ovvero da ricondurre a un viaggio in un Paese dove la variante è diffusa, a un contatto con un caso accertato di Omicron o a indizi microbiologici in fase di analisi laboratoriale.

In Svizzera, attualmente, la proporzione è circa di un caso di Omicron su venti positivi. Dovremmo quindi supporre che anche in Ticino la diffusione reale della variante sia maggiore.
“È difficile da dire. Occorrerebbe effettuare verifiche su tutti i casi positivi, cosa che non avviene. Tuttavia, una buona parte dei casi positivi è comunque sequenziata. Al momento, non è apparso alcun caso riconducibile a Omicron che non presentasse una spiegazione chiara relativa al luogo dove è stata contratta l’infezione e che suggerisca quindi che la variante circoli attivamente sul nostro territorio”.

Cosa si sa di questa variante?
“Ciò che non sappiamo è più di ciò che sappiamo. Non giungiamo a conclusioni affrettate: non escludiamo a priori che la variante sia seria solo perché qualcuno, da qualche parte nel mondo, ha scritto che il suo decorso è meno grave. Bisogna aspettare ancora informazioni attendibili. Quanto possiamo però affermare con un buon grado di sicurezza è che Omicron è contagiosa almeno quanto Delta, se non di più. Ci sono poi buoni indizi che la terza dose di vaccino induca una certa protezione. Infine, e questo per me è fondamentale, Omicron resta un coronavirus: ciò vuol dire che le regole per impedirne la diffusione rimangono le stesse”.

Sul piano dell’operatività sanitaria, invece, Omicron cambia qualcosa negli ospedali e nel tracciamento dei contatti?
“Per rispondere, occorre una premessa: non dobbiamo illuderci di fermare del tutto la variante, vogliamo però rallentarne la penetrazione nel nostro territorio, in modo da guadagnare tempo per adattare di conseguenza il nostro dispositivo di lotta alla pandemia. Necessariamente, dunque, la gestione di un caso accertato di Omicron è differente, immediata nello specifico: dobbiamo infatti ammettere che il servizio di tracciamento dei contatti, a causa del carico di nuovi casi che stiamo vivendo, è in ritardo. Se un cittadino risulta positivo e non riceve immediatamente una telefonata dal contact tracing non deve preoccuparsi, perché ritardi, anche importanti, non possono essere esclusi. Per fare fronte a queste difficoltà abbiamo messo in atto delle contromisure, ma i casi Omicron sono sempre trattati immediatamente”.

Dobbiamo attenderci delle contromisure cantonali o federali se e quando la nuova variante prenderà il sopravvento in Ticino?
“Questo dipenderà da cosa sarà Omicron, in particolare se questa dovesse presentare caratteristiche preoccupanti in merito a gravità o alla resistenza al vaccino. Al momento, però, dobbiamo ancora essere preoccupati per Delta, che sta avendo un impatto sul nostro sistema sanitario. Occorre evitare che Omicron si affianchi alla variante Delta, peggiorando ulteriormente la situazione epidemiologica. E mi permetto di fare un appello: rispettate le misure di igiene e il distanziamento che abbiamo imparato a conoscere e soprattutto al minimo sintomo andate a farvi testare, perché mi sembra che recentemente che ogni sintomo venga sottovalutato”.

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