
Regolamentare il settore "incontrollato" degli spitex privati sul territorio cantonale, introducendo una moratoria su enti e persone autorizzate a esercitare nell'ambito delle cure a domicilio. Non solo. Aumentare anche gli anni (dagli attuali due a cinque) di pratica professionale necessaria per ottenere l'autorizzazione a operare come indipendenti nelle cure a domicilio. Sono le richieste della Conferenza dei Presidenti dei Servizi di assistenza e cura a domicilio di interesse pubblico che oggi, in conferenza stampa, ha lanciato un vero e proprio grido di allarme per quanto riguarda il settore delle cure a domicilio in Ticino, che negli ultimi anni ha assistito a un'esplosione incontrollata di Spitex privati e di infermieri indipendenti. Stando all'ente, che rappresenta sei Spitex pubblici (SCuDo, Spitex Tre Valli, Maggio, ACD, ABAD e ALVAD), si è passati da 24 Spitex privati del 2016 agli oltre 60 attuali, mentre gli infermieri indipendenti sono saliti dai 210 del 2016 a oltre 500. Numeri che preoccupano perché "nessuna autorità, tantomeno le assicurazioni malattia chiamate a coprire parte dei costi, si è ancora deciso a porvi un freno".
I problemi
Stando alla Conferenza dei Presidenti dei Servizi di assistenza e cura a domicilio questo “mercato selvaggio” sta provocando gravi problemi su diversi piani: la governance del settore, in particolare per quanto riguarda la qualità e l’effettiva necessità delle cure erogate (economicità); i costi a carico dei contribuenti, pagati in parte tramite i premi di cassa malati e in parte coperti dal Cantone, che li ribalta poi sui Comuni nella misura dell’80%; l’indebolimento del sistema ospedaliero e degli istituti per anziani. Problemi che l'associazione analizza uno per uno.
L'esplosione dei costi a carico di Cantoni e Comuni
Per l'ente è chiaro che la speranza di vita è aumentata e che grazie alla rete di cure a domicilio è cresciuto il numero di persone che vivono la terza età in autonomia. Ma i contributi pubblici (Cantone e Comuni) agli Spitex privati e agli infermieri indipendenti "sono esplosi oltre misura". Stando ai dati dell'ente tra il 2015 e il 2021 si è registrato un aumento del 377% (da 2,7 a quasi 13 milioni di franchi). Per contro, nello stesso periodo i contributi agli Spitex pubblici sono cresciuti solo del 22%. Stando alla conferenza dei Presidenti dei Servizi di assistenza e cura a domicilio già l'anno prossimo verrà ampiamente superato il tetto fissato dalla Pianificazione integrata Lanz-Lacd approvata dal Gran Consiglio per il 2030. "Per Spitex privati e infermiere e infermieri indipendenti sono inserite, in prospettiva 2030, rispettivamente le poste contabili di circa 7 milioni e mezzo e poco meno di 4 milioni, per un totale leggermente superiore agli 11,5 milioni. Ma attenzione: nel preventivo 2024 del Cantone alla voce contributi ai servizi e agli operatori privati è inserita la cifra di ben 18'725'000 (3'745'000 di spettanza cantonale)".
Esplosione delle ore fatturate all’assicurazione malattia obbligatoria
Anche i costi a carico dell’assicurazione malattia di base sono aumentati in modo esponenziale tra il 2015 e il 2021. Dalle ore di cura fatturate, emerge che gli Spitex privati "hanno registrato un aumento del 170%, mentre gli infermieri del 98%". Nello stesso periodo le ore di cura fatturate alle casse malati dagli Spitex pubblici "sono cresciute soltanto del 13%". Luzia Mariani-Abächerli, presidente dell’ASI Ticino, ha ricordato in un'intervista al Corriere del Ticino che non è il paziente che paga la prestazione, ma la cassa malati in base alla fattura dell’infermiere, basata a sua volta sulle ore di lavoro esercitate. “Il problema non è tanto la fattura, piuttosto il mancato controllo di essa”, ha dichiarato. Di fatto, sono gli stessi operatori indipendenti a decidere quante ore dedicare ai singoli pazienti, "senza alcun controllo sulla reale necessità, ed è ovvio che più ne dedicano più fatturano", evidenzia la Conferenza dei Presidenti dei Servizi di assistenza e cura a domicilio.
La fuga di infermieri da ospedali e case per anziani
L'ente mette poi evidenza un altro problema: il fuggi fuggi generale di infermieri, che lasciano il loro posto di lavoro per intraprendere un'attività privata nelle cure a domicilio. Il motivo principale sarebbe di natura finanziara: "mi metto in proprio e guadagno 10'000 franchi netti al mese". Oltre che creare mancanza di personale alle strutture sanitarie, vi sono alcuni infermeri che, inoltrando la disdetta dal proprio contratto di lavori dagli Spitex pubblici per operare come indipendenti, "portano con sé i pazienti che avevano precedentemente in cura".
Serve un rigoroso freno da parte del Governo
L'ente non intende mettere in discussione il libero mercato e il principio della concorrenza. Ma attualmente il mercato è "totalmente incontrollato" e senza un rigoroso freno da parte del Consiglio di Stato "ci saranno pesantissime conseguenze finanziarie per il Cantone, per le casse malati e soprattutto per i Comuni".
