Politica
Esplodono i costi di Efas, oltre 200 milioni. Sirica: "Gestione preoccupata"
Laura Milani
un giorno fa
Rispetto alle cifre fornite in campagna dalla Confederazione, per il Ticino la spesa quadruplicherebbe a oltre 200 milioni. Timori anche per i tagli e il contesto internazionale, a giugno una seduta ad hoc

Dalla sessantina di milioni stimati inizialmente con i dati forniti dalla Confederazione durante la campagna e relativi al 2019, agli oltre 200 illustrati stamattina in Commissione Gestione e finanze dal Governo in corpore. Tanto potrebbe costare al Ticino una volta a regime nel 2032 la riforma Efas per il finanziamento uniforme delle cure, approvata dal popolo svizzero lo scorso novembre ma su cui il Consiglio di Stato ha sempre espresso contrarietà. Uno scenario per cui da Berna si vorrebbero ora ottenere dei dati più aggiornati visto il peso così oneroso per le casse cantonali.

"Situazione finanziaria molto delicata"

Il Consiglio di Stato lo aveva già scritto nel messaggio sul Consuntivo 2024 e oggi lo ha ribadito ai deputati della Gestione: nonostante il discostamento in positivo da -130 a -71 milioni, "la situazione delle finanze cantonali resta delicata". A maggior ragione dopo aver calcolato che Efas presenterà una fattura ben più salata rispetto alle stime iniziali. Un aggravio a cui si sommano anche le previsioni incerte sulla crescita del PIL e la scure dei tagli della Confederazione, i quali avrebbero un impatto diretto e indiretto di 55 milioni. "La Gestione ha appreso con preoccupazione quanto comunicatole dal Consiglio di Stato", spiega il presidente Fabrizio Sirica: "Bisogna infatti considerare anche l'evoluzione demografica del Cantone con i costi sociali che ne deriveranno, nonché il continuo aumento dei costi della salute".

Atteso in autunno lo studio del Bak

Un contesto che sarà analizzato dai deputati durante una seduta ad hoc in agenda per metà giugno: "Vogliamo confrontarci sul modello di società e sui bisogni prioritari per delineare una visione politica che si riverberi anche sui conti dello Stato", spiega ancora Sirica. È attesa inoltre per novembre l'analisi del Bak Economics sui flussi di spesa dello Stato "su cui basare la visione contabile degli anni a venire".

Iniziative sanità: in arrivo un altro controprogetto?

Sempre in tema di finanze e sanità, il Consiglio di Stato ha ribadito oggi la propria contrarietà alle iniziative sulle casse malati: quella leghista da 100 milioni per sgravare integralmente i premi e quella socialista da 300 milioni per plafonarli al 10% del reddito disponibile. A tal proposito, non è escluso che, dopo il controprogetto fiscale del Centro, anche il PLR potrebbe presentarne uno, in attesa di agire sui costi. Un’alternativa da 30-40 milioni con un meccanismo più progressivo per calcolare le deduzioni. Su quest'ultima ricetta, alcune novità sono attese a giorni. Per Sirica, in veste di presidente, l’obiettivo è chiaro: "Vogliamo andare in aula a giugno e, se del caso, alle urne a settembre. Entro il 27 maggio tutti i rapporti vanno firmati".

"Ora il Ticino pagherà il conto"

Il Sindacato VPOD Ticino "prende atto con forte preoccupazione delle dichiarazioni odierne del Consiglio di Stato, secondo cui la riforma EFAS comporterà una spesa nettamente superiore a quanto promesso durante la campagna elettorale" e in nota precisa che "lo aveva detto", ricordando che "aveva lanciato il referendum proprio per contrastare una riforma che giudicavamo pericolosa e opaca. Oggi, a pochi mesi dall’approvazione in votazione popolare, i primi nodi vengono al pettine: i costi per il Cantone stanno aumentando mentre i premi di cassa malati non stanno diminuendo. Alla fine dei conti, la promessa di semplificare il sistema si sta rivelando un aggravio per le finanze pubbliche e una minaccia alle condizioni di cura e di lavoro". Durante la campagna, continua il Vpod, "era stato denunciato il rischio che la riforma EFAS scaricasse il peso finanziario sui Cantoni, privandoli al contempo del proprio potere decisionale, e riducesse di conseguenza i margini di manovra democratica in ambito sanitario. Dal profilo finanziario, quelle preoccupazioni sono ora confermate dai numeri. È peraltro inaccettabile che i cittadini siano stati chiamati a votare su una riforma senza conoscere i veri costi della stessa". 

"Serve la massima trasparenza"

Il Sindacato VPOD "ora chiede massima trasparenza sulle nuove stime di spesa e misure immediate per proteggere i servizi pubblici da ulteriori tagli. Il Sindacato VPOD continuerà a battersi per un servizio pubblico di qualità, accessibile a tutte e tutti, e per condizioni di lavoro dignitose nel settore sociosanitario. EFAS è solo l’ultimo esempio di come le riforme calate dall’alto e promosse dalle casse malati, senza ascoltare chi lavora sul campo, finiscano per fare più danni che benefici".