Ticino
Emergenza alloggi: "Che Lugano intervenga!"
Redazione
11 anni fa
A lanciare l'allarme l'Associazione svizzera degli inquilini che registra un crescente fenomeno di speculazione edilizia

Citando numerosi casi di speculazione edilizia che dall'inizio dell'anno stanno caratterizzando il mercato immobiliare nel luganese, l'Associazione svizzera inquilini ha deciso di intervenire, lanciando un appello direttamente al Municipio affinché ponga un freno a questa tendenza.

L'associazione osserva che da qualche anno si registra il sequente fenomeno di speculazione edilizia: gli stabili vecchi di qualche decina d'anni vengono abbattutti per fare posto a nuovi edifici definiti da "reddito". Alloggi a pigione moderata vanno così via via scomparendo nel panorama luganese e gli inquilini, residenti lì da anni, sono costretti ad abbandonare le loro case, con il rischio di doversi allontanare dalla città poiché gli affitti sono troppi cari.

Sono i casi, riporta l'associazione, di Via Monte Bré 8 e 10, dove due palazzi risalenti agli '50, per un totale di 42 appartamenti, sono stati messi all'asta lo scorso febbraio, mettendo alla porta una quarantina di famiglie. Viene poi citato lo stabile Condomus di via Canevascini 26 a Besso, costruito una cinquantina di anni fa e acquistato recentemente dalla società Nemis Sa, che a febbraio ha dato la disdetta a 17 appartamenti e un ufficio per la ristrutturazione dello stabile. E ancora a Viganello, dove in via Emilio Rava 11, gli inquilini di una palazzina di 17 appartamenti dovranno abbandonare lo stabile per ragioni di ristrutturazione.

"Non sarà per loro facile trovare una nuova abitazione" scrive l'associazione, "sicuramente, visto il costo degli affitti a Lugano, per molti potrebbe significare lasciare totalmente la città se non addirittura, per gli inquilini più anziani, dovere optare per una Casa per anziani".

Per queste ragioni l'associazione auspica un intervento pubblico, rivolgendosi in questo caso in particolare al Municipio di Lugano affinché adotti misure che garantiscono da una parte "un freno a queste disdette-ristrutturazioni", dall'altra che le fasce di reddito medio-basso "possano continuare a trovare in città degli appartamenti a pigione accessibile". "Altrimenti" si legge ancora "si assisterà inesorabilmente ad un processo per il quale le fasce di popolazione più deboli verranno rilegate nelle periferie, con tutte le inevitabili conseguenze per la coesione sociale".

Nonostante la situazione a livello cantonale, dove "l'azione di un Piano cantonale dell'alloggio sembra in stallo da ormai un anno", l'associazione svizzera degli inquilini ribadisce il suo impegno a collaborare con le istituzioni affinché queste si attivino per far fronte a questa emergenza alloggi a pigione moderata, invitando anche gli inquilini che hanno ricevuto le disdette a rivolgersi ai loro uffici. "Nel nostro piccolo cercheremo di fare tutto quanto è nelle nostre possibilità per garantirgli una giusta tutela dal punto di vista giuridico e quindi possano quantomeno ottenere una congrua protrazione del contratto di locazione", conclude l'associazione.

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