
Nel tardo pomeriggio di sabato, nel giro di un’ora e mezza, tre compagnie di elicotteri, Helirezia, Heli-TV e Eliticino-Tarmac, hanno annunciato lo stop, intimato dall’Ufficio federale dell’aviazione civile, ai voli di recupero della selvaggina previsti per domenica, ieri. Una decisione dell’autorità federale, annunciata senza preavviso, corredata dall’avvertimento di possibili sanzioni, fra cui il ritiro della licenza di volo in caso di violazione. Un duro e inaspettato attacco frontale, secondo il direttore di Heli-TV e membro della Swiss Helicopter Association, Giovanni Frapolli. “Sabato è avvenuto un affronto duro e scorretto”, spiega Frapolli ai microfoni di Ticinonews. “Avrebbero potuto dire 'prossimamente bisognerà discutere per capire come gestire meglio il tema della selvaggina tra Confederazione e Cantone’, invece minacciandoci in questa maniera ci hanno fatti sentire ancora una volta presi in giro”.
"Una ripicca?"
Ma perché l’Ufac è intervenuto in questo modo? Da Berna ci spiegano che è stato ricordato alle compagnie di elicotteri il divieto di volo a scopo di lavoro la domenica, previsto dall’Ordinanza sugli atterraggi esterni. Norma federale che conosce deroghe in casi di urgenza, come può essere un animale abbattuto che finisce in un corso d’acqua. Il quadro legale, però, non dà risposte sul motivo di un’intimazione tanto perentoria e sullo scarso preavviso che hanno ricevuto le tre compagnie di elicotteri. Manca un fatto scatenante, tanto più che l’ordinanza federale è in vigore dal 2014 e finora, in 8 anni, il recupero di selvaggina a sud delle Alpi non era mai stato un tema. L’Ufac spiega che si occupa di far applicare le leggi e interviene ricordando le norme in vigore quando ha informazioni in merito a possibili violazioni. Per Frapolli il motivo è però un altro. “Giovedì scorso, proprio a Berna, la nostra associazione Svizzera degli elicotteri, presieduta dal presidente Martin Candinas, ha convocato l’autorità federale per discutere di vari temi aperti”, precisa Frapolli. “Il fatto che tra venerdì e sabato sia arrivato questo ‘reminder’ mi porta a pensare che si sia trattata veramente di una ripicca per quanto abbiamo voluto dire quel giovedì mattina, anche se non posso dimostrarlo”.
La ricerca di soluzioni
Fatti concreti a conferma di questa tesi non ce ne sono, ma per Frapolli la caccia ha fatto esplodere il bubbone sui rapporti fra Berna e il settore dell’elitrasporto, e ora si deve giocare a carte scoperte. “Adesso il tema va discusso e chiarito: se da un lato abbiamo il Cantone che quasi ci obbliga ad andare a ritirare un animale, dall’altra abbiamo l’autorità federale che in pratica dice ‘a noi quello che afferma il Cantone non va bene: dovete chiedere a noi e giustificare perché siete andati a prendere l'animale’”. Così “non si può più lavorare. Dobbiamo sederci e trovare delle soluzioni, ma prima che si ripeta questa situazione, perché ieri è stato danneggiato tutto il settore della selvaggina", termina Frapolli.