Ticino
Ecco come sarà l’ex Macello
Redazione
4 anni fa
Il Municipio ha scelto il progetto definitivo sugli 82 presentati. L’appalto è stato assegnato al “Campus Matrix” dello studio Durisch+Nolli Architetti Sagl. Ancora incerto il destino degli autogestiti

Ex-Macello: alla fine c’è il progetto. Il Municipio di Lugano infatti ha ratificato oggi la decisione della giuria di assegnare il primo premio per la riqualifica dell’ex Macello al progetto Campus Matrix dello studio di architettura Durisch+Nolli Architetti Sagl, con sede a Massagno, studio già responsabile dei lavori per il Tribunale Penale federale di Bellinzona. Assieme a loro un gruppo interdisciplinare di specialisti composto da Ingeni AG, Ifec Ingegneria SA e Westpol Lanschaftsarchitekten.

123 studi e 82 progetti
Al concorso si sono iscritti 123 studi di architettura, provenienti da Svizzera, Spagna, Portogallo, Germania e Olanda, mentre i progetti consegnati sono stati alla fine 82. 9 di questi sono passati alla seconda fase nel mese di maggio. A causa del covid, l’esposizione dei progetti presentati si terrà online, a partire dal 18 dicembre. Il progetto vincitore CAMPUS MATRIX “ha convinto per la soluzione urbanistica proposta, che si relaziona sia con l’impianto urbanistico del quartiere sia con quello monumentale dell’ex Macello. Gli spazi dell’ex Macello saranno ristrutturati in modo da lasciar trasparire la vocazione industriale e le sue funzioni del passato”.

Il progetto di riqualifica
“Il complesso dell’ex Macello”, si legge nel comunicato stampa del Municipio, “è uno dei pochi esempi di architettura industriale ancora presenti a Lugano (...). Il progetto di recupero del comparto valorizzerà le qualità architettoniche degli edifici esistenti, attribuendo ai volumi nuove funzioni qualificanti, completando il complesso con un corpo residenziale”. L’obiettivo, continua il Municipio, “è riqualificare un’area con elevato potenziale di contenuti sociali e aggregativi in grado di contribuire al nuovo disegno urbano incentrato attorno al fiume Cassarate”. Lo spazio dell’ex Macello infatti si trova “in una posizione centrale rispetto all’USI, al nuovo campo USI/SUPSI e al futuro polo turistico congressuale a Campo Marzio Nord”.

Le funzioni
Per il Municipio “la struttura degli edifici del complesso monumentale sarà preservata e valorizzata, attraverso la creazione di spazi di dimensioni diverse, modulabili a seconda delle esigenze e delle attività svolte”. La parte storica dell’area, si legge, sarà utilizzata in particolare per:
- manifestazioni ed eventi multidisciplinari (es. mostre, esposizioni, grandi eventi, spettacoli, mercatini, ecc.)
- attività di coworking e costudying a disposizione di studenti, freelance e liberi professionisti
- caffè letterario, spazio ricreativo e di cultura rivolto a tutte le fasce di età
- ristorazione

Le novità
“Il nuovo edificio, destinato alla residenza universitaria, diventa l’elemento caratteristico del nuovo complesso Gli alloggi per studenti, docenti e visitatori si articolano in due corpi di altezze diverse: le camere si aprono su un ampio ballatoio vetrato dove sono concentrate le aree comuni. Al piano terra è previsto il foyer, punto di ricezione e di accoglienza”. Negli intenti del Municipio “il progetto di riconversione trasformerà l’area dell’ex Macello in uno spazio vivo, aperto e permeabile, con contenuti culturali, formativi e residenziali di qualità a beneficio di tutta la cittadinanza. Il prossimo passo sarà l’affinamento delle modalità realizzative e la richiesta di un credito di progettazione”.

Che futuro per l’autogestione?
A questo punto diventa ancora più incerto il futuro degli attuali occupanti dell’ex Macello, specialmente dopo che lo scorso mese i Municipali di Lugano avevano deciso per una linea più dura, giustificandola con i fatti avvenuti in Piazza Molino Nuovo dove durante una manifestazione non autorizzata era stata data una testata a una giornalista della Regione. Nel maggio 2019 il Municipio aveva inoltre già votato per l’abolizione del regime di autogestione nel sedime, con l’idea però di trasferire i “molinari” in una sede alternativa.

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