Ticino
È un cioccolato dolceamaro
Daniele Coroneo
3 anni fa
Il 7 luglio è la giornata mondiale del cioccolato. Quest’anno, però, pesano l’aumento dei costi delle materie prime, dei trasporti, dell’energia e la parità euro-franco

Alessandra Alberti, direttrice di Chocolat Stella a Giubiasco, ha la fortuna di lavorare con uno dei prodotti più amati al mondo. Una consapevolezza ancora più forte oggi, giornata mondiale del cioccolato. “È bellissimo lavorare con un prodotto così apprezzato in patria e all’estero e che fa tanto per l’immagine della Svizzera”, commenta ai nostri microfoni. Quest’anno, tuttavia, questa giornata ha un gusto dolceamaro.

Più fattori concorrenti
A pesare su quest’impresa dove lavorano 65 persone e dove sono prodotte 1’700 tonnellate all’anno di cioccolato è la somma di più fattori: l’aumento dei costi dell’energia (fino a tre volte), del trasporto via nave delle fave di cacao e del prodotto finito in tutto il mondo, degli ingredienti e persino degli imballaggi, alluminio in primis. Fino alla novità degli ultimi giorni: la parità euro-franco, che fa scivolare il settore al gennaio 2015, quando la Banca nazionale abolì la soglia minima di cambio. “Mi ricordo benissimo di quei giorni: noi aziende esportatrici ticinesi eravamo contente della soglia minima garantita a 1,20 franchi. Da un giorno all’altro è però cambiato tutto”. Per accontentare i numerosi e importanti clienti europei dell’industria bellinzonese si era quindi cominciato a fatturare in euro, ma il nuovo e recente rafforzamento del franco assottiglia ulteriormente i margini di Chocolat Stella. Non resta quindi che “analizzare i processi produttivi e provare a contenere i costi, dove possibile”.

Le soluzioni
Il cambio euro-franco resta comunque un duro colpo per un’azienda che lavora soprattutto per i rivenditori e che esporta il 75% della sua produzione. Chocolat Stella non ha ancora aumentato i suoi prezzi, ma Alessandra Alberti ci confessa che dall’autunno un aumento sarà necessario, benché questo non coprirà la crescita dei costi, stimata attorno al 10%. Oltre a una revisione dei processi produttivi, sul fronte dell’aumento dei costi dell’energia, l’azienda di Giubiasco è parzialmente protetta dall’utilizzo di acqua sotterranea per il riscaldamento e il raffreddamento delle macchine, che da due anni sostituisce un impianto a nafta. “Stiamo però valutando l’opportunità di installare dei pannelli solari per essere ancora più autonomi”, aggiunge Alessandra Alberti, che però non si illude: “Chiaro, l’apporto in elettricità non sarà sufficiente. Potrebbe però essere comunque qualcosa, soprattutto alla luce dei possibili razionamenti paventati dal Consiglio federale”.

Un marchio vincente
La parola d’ordine in questo frangente è quindi “innovazione”, ma si punta anche sulla qualità e sulla serietà associate al “made in Switzerland”. “Proprio questa mattina abbiamo avuto un incontro con un importante cliente giapponese, nostro rivenditore”, spiega la direttrice di Chocolat Stella. “Ha molto apprezzato la serietà di un produttore svizzero, che analizza in profondità e prevede eventuali difficoltà, proponendo delle soluzioni e venendo incontro alle richieste del cliente, anche quelle più particolari, gusti inclusi”.

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