Ticino
È ticinese l'app più creativa: "Credere in Playtrip non è stato facile"
È ticinese l'app più creativa: "Credere in Playtrip non è stato facile"
È ticinese l'app più creativa: "Credere in Playtrip non è stato facile"
Redazione
7 anni fa
La startup di Matteo Scarpellini e Stefano D’Albora ha vinto la Creative Business Cup. "In Ticino la strada è tortuosa"

Vivere Firenze con gli occhi di Leonardo Da Vinci e fermarti a fare quattro chiacchere con Michelangelo in Piazza della Signoria; un sogno che Matteo Scarpellini e Stefano D’Albora, due ragazzi di Stabio, hanno trasformato in premiata realtà. Come? Con la creazione di una piattaforma editoriale 2.0 che consentirà un’esperienza di lettura a 360°, raccontando il territorio circostante tramite romanzi famosi o storie di giovani scrittori.

È ticinese l’app più creativa: Playtrip ha vinto, infatti, la competizione nazionale Creative Business Cup Svizzera a Zurigo, e a novembre volerà a Copenaghen per conquistare il titolo globale. Una casa editrice digitale unica nel suo genere, insomma, che permette a giovani professionisti di inserire contenuti multimediali, anche in realtà aumentata, senza particolari competenze tecniche.

Per Matteo, fondatore del progetto, l’esperienza di viaggio necessitava di un innovativo livello di coinvolgimento.

Com’è nato il progetto?Tra i banchi di scuola; si potrebbe dire che la mia tesi di maturità fosse lo scheletro di Playtrip. Nell’ottica di diplomarmi come specialista turistico presso la scuola superiore alberghiera e del turismo di Bellinzona, infatti, volevo analizzare la diffusa tendenza del cineturismo, ossia quella forma di turismo di chi si reca in visita alle location utilizzate per le riprese di un film. Mi sono perciò chiesto quale potesse essere uno strumento efficace attraverso cui le fandom potessero fruire delle proprie storie preferite per poter scoprire un territorio con una percezione emozionale differente. La risposta? Playtrip.

Esistono molte applicazioni per fornire indicazioni pratiche legate all’itinerario di viaggio. Perché scegliere Playtrip?Perché non è come tutte le altre: non si limita, infatti, a dare informazioni utili, ma dona importanza all’aspetto emotivo. Questo è strettamente correlato al tipo di narrativa utilizzato, il digital storytelling, nonché alla geolocalizzazione delle storie. Puoi l fare il percorso di un artista dentro ad un quartiere cittadino, recandoti nei luoghi descritti dall’Ente Turistico. Questo diventerà un modo originale per far fruire contenuti editoriali.

Ma anche un modo originale per valorizzare il territorio. Quali altri obiettivi vi proponete?Ci proponiamo innanzitutto di generare flussi alternativi, implementando il turismo anche per finalità ludiche. Intendiamo inoltre aprire nuove strade alla creatività di scrittori, fotografi, videomaker e storyteller, anche emergenti. Cosi, in un’epoca in cui il cartaceo sta cedendo il posto al digitale, realizzeremo nuovi canali di comunicazione e promozione nel settore editoriale e aziendale. Ci piacerebbe che Playtrip si diffondesse nelle scuole, dove la strategia narrativa multimediale e interattiva sicuramente funziona.

Ad oggi, siete contenti del riscontro che sta avendo Playtrip?Certamente. Ci stiamo espandendo in maniera capillare, e siamo alla continua ricerca di nuove partnership con aziende e associazioni culturali, nonché di capitale per estendere il marketing. Collaboriamo attivamente con TicinoTurismo, i cui file multimediali in realtà aumentata funzionano molto bene sulla nostra piattaforma. Da novembre, inoltre, ci affideremo alla sicurezza della tecnologia blockchain per certificare l’esistenza in vita con data certa di qualsiasi documento col fine di verificare l’autenticità dei nostri contenuti digitali, quindi di tutelare al meglio i diritti d’autore.

Lanciare un nuovo progetto, per due ragazzi giovani come voi, non sarà stato semplice. Quando avete capito che il vostro si sarebbe rivelato un progetto vincente?Credere nei propri sogni purtroppo non basta; è stata così dura che, se potessi tornare indietro, non so se ci riproverei. In Ticino far partire una startup è complicato, in un triste panorama in cui il 90% delle imprese appena nate muore nel giro di tre anni. In Italia è paradossalmente più semplice, infatti è stato il riscontro positivo di Confcommercio Como al nostro progetto, seppur ancora embrionale, a darci la forza di andare avanti. La spinta decisiva è stata, tuttavia, la partnership con WhitePeaks.

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