
Il Consiglio di Stato ha presentato oggi i motivi per cui votare sì alla tassa di collegamento. Il presidente Paolo Beltraminelli ha sottolineato il sostegno unanime dei ministri alla misura.
Due le ragioni principali a favore del balzello: meno traffico visto che la tassa colpisce i centri commerciali e le grandi aziende delle zone calde del Cantone, siti in particolare nel Sottoceneri; più sostegno al trasporto pubblico.
Il direttore del Dipartimento del Territorio Claudio Zali ha poi fornito alcune cifre sul traffico: dal 1995 al 2015 in Ticino i veicoli immatricolati sono stati oltre 91mila. Il numero dei frontalieri è ai suoi massimi storici; senza dimenticare gli oltre 25mila padroncini presenti sul territorio. E così, si stima che nelle ore di punta nel nostro Cantone entrino 3,2 auto al secondo. Infine, l'85% dei frontalieri dispone di un posteggio gratuito.
"È vero, la tassa di collegamento da sola non risolverà il problema del traffico" ha sottolineato Zali, ricordando però che "questa va inserita nella strategia globale del DT, la quale contempla anche il car pooling, il sostegno alla mobilità ciclabile e pedonale, la lotta ai posteggi abusivi, ecc.". "Prima ancora di entrare in vigore, ha poi aggiunto Zali, la tassa ha già sortito i primi effetti. Alcune aziende hanno infatti già adottato alcuni provvedimenti".
Christian Vitta ha invece evidenziato gli aspetti economici. Il trasporto pubblico è oggi finanziato per il 35% dagli utenti mentre i costi annui per gli enti pubblici sono di 130 milioni. Generando un'entrata annua di 18 milioni inserita nel preventivo 2016, la tassa andrebbe a ridurre tale spesa. "Ricordo che la tassa di collegamento è vincolata al finanziamento del trasporto pubblico e quindi non finirà nel calderone dello Stato".
Il Governo ritiene inoltre che i costi per i generatori di traffico siano più che sostenibili. Si tratta infine di un provvedimento inserito nella legge sui trasporti pubblici fin dal 1994 ma sinora mai applicato, che sarà introdotto per un periodo di prova di tre anni per valutarne l'efficacia.
"È soprattutto un contributo richiesto ai generatori di traffico" è stato detto in conferenza stampa, "che ad oggi, salvo poche eccezioni, non hanno mai assunto la responsabilità di sviluppare soluzioni adeguate. Se gli assoggettati lo ribalteranno sugli utenti, circa 9 milioni saranno pagati dai frontalieri. In caso contrario il trasporto pubblico verrà finanziato con le imposte ordinarie, di conseguenza lo pagheranno solo i ticinesi".
Propaganda di Stato?
Il Consiglio di Stato si è pure espresso sull'interrogazione, presentata oggi da 11 parlamentari (vedi correlato), sulla "propaganda di Stato" a favore del sì: "Risponderemo a suo tempo" ha detto Zali. "Sappiamo dell'interrogazione dalla stampa. Il clima in Governo rimane ottimo. Siamo compatti e uniti come non mai. Le discussioni interne ai vari partiti fanno parte delle regole del gioco".
Il PPD, ricordiamo, lascia libertà di voto, mentre il comitato cantonale del PLR, contrariamente a quanto deciso dal suo gruppo parlamentare, ha deciso di non sostenere la misura. Lega, PS e Verdi si sono invece espressi a favore.
"Una possibile bocciatura non influenzerà la manovra di rientro" ha continuato Zali. "La manovra è una cosa, la tassa un'altra" ha aggiunto Beltraminelli.
E se Attilio Bignasca, come aveva annunciato, dovesse passare all'opposizione nel caso in cui la tassa venisse bocciata, Zali ha risposto: "Bisogna prendere con le pinze quello che dice...".
"La nostra campagna è legale" ha ribadito Beltraminelli. "Ho fatto fare una verifica generale sulle prese di posizione del Governo. Mi sembra tutto compatibile".
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