Ticino
"È iniziato il processo di sgretolamento dell'Europa"
"È iniziato il processo di sgretolamento dell'Europa"
"È iniziato il processo di sgretolamento dell'Europa"
Redazione
9 anni fa
Alfonso Tuor reagisce "con grande gioia" al voto britannico sulla Brexit. "È la rivolta contro l'establishment"

Non ci credeva più, Alfonso Tuor. Solo due giorni fa l'economista aveva pubblicato su Ticinonews un articolo con il quale spiegava che diversi fattori, tra cui in particolare l'assassinio della deputata laburista Jo Cox, avevano cambiato il vento in Gran Bretagna a favore della permanenza nell'Unione europea. "La Brexit è oramai persa" scriveva Tuor (vedi articolo suggerito).

Invece no, contrariamente alle aspettative di Tuor e della stragrande maggioranza degli economisti, il popolo britannico ha deciso di abbandonare l'Unione europea con oltre un milione di voti di scarto.

Abbiamo quindi chiesto ad Alfonso Tuor qual è stata la sua reazione stamattina al momento di apprendere l'esito del voto.

"Una reazione di grande gioia!" esordisce Tuor. "Io non ci credevo più perché i mercati negli ultimi giorni erano in rialzo e perché pensavo che il terribile assassinio della deputata laburista avrebbe cambiato il trend, che inizialmente sembrava a favore di coloro che volevano lasciare l'Unione europea."

Ma si è sbagliato. Purtroppo o per fortuna?

"Mi sono sbagliato, dal mio punto di vista per fortuna."

Chi è il grande sconfitto della Brexit?

"Il grande sconfitto senza dubbio è questa Europa, che incontra grandi difficoltà a conciliare l'esigenza di stare assieme con le esigenze dei suoi abitanti. Le politiche europee stanno facendo esplodere le disuguaglianze. Per correggere questo trend, o si fa un cambiamento complessivo di politica - che è molto difficile nell'UE - oppure i paesi forti dovranno finanziare i paesi in difficoltà. Ma questo non è politicamente possibile, perché l'operaio tedesco non ha nessuna voglia, ad esempio, di finanziare i forestali siciliani che sono in sovrannumero rispetto a tutti gli altri forestali del resto del mondo ma che comunque non riescono a spegnere un incendio. L'Europa si ritrova in un'impasse."

Quindi ora cosa succederà all'UE?

"Lo spettro politico più forte è che altri Paesi diranno che se ne vogliono andare, come si è sentito già oggi in Olanda e Francia. Soprattuto in Olanda la possibilità che si sia un referendum sono abbastanza elevate. Poi c'è la questione dei Paesi dell'est che hanno un governo di destra, come Polonia e Ungheria. L'Europa sta facendo forti pressioni nei loro confronti e non è escluso che questi Paesi si stanchino e decidano di andarsene. È probabilmente iniziato il processo di sgretolamento dell'Europa."

E alla Svizzera?

"Il primo rischio per il nostro Paese è chiaramente il franco, che si rafforza. Ma la BNS sta già intervenendo sui mercati. Per quanto riguarda i negoziati con l'UE, molto probabilmente il nostro dossier passerà in ultima categoria, perché ora per Bruxelles è prioritario pianificare il divorzio dalla Gran Bretagna. Ma più a lungo termine probabilmente la posizione della Svizzera si rafforzerà, perché i rapporti di forza sono cambiati, senza la Gran Bretagna l'Europa si ritrova più debole."

In generale, come si può leggere il voto sulla Brexit?

"Come un segno dello scollamento tra le élite e il resto della popolazione. Guardando la cartina, si vede che le zone ricche (più la Scozia) hanno votato per rimanere in Europa, mentre le regioni più popolari hanno votato contro. È un chiaro segnale della rivolta contro l'establishment, che si sta diffondendo dappertutto, anche negli Stati Uniti nonostante non c'entrino nulla con l'Europa. La crisi economica sta diventando una crisi politica."

AS

© Ticinonews.ch - Riproduzione riservata