Ticino
“È il momento di rivedersi, ma con rispetto”
© CdT/Gabriele Putzu
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Redazione
4 anni fa
A tre settimane dalle aperture la curva dei contagi è rimasta bassa. Garzoni: “Oggi mi preoccupano gli assembramenti, indossate la mascherina anche con amici e famigliari”

Dopo tre settimane dalle aperture la curva dei contagi è rimasta bassa e in modo generalizzato sono in discesa in tutta Europa. In Svizzera mancano 4 giorni alla fase tre, dal 6 giugno infatti la Confederazione ha previsto ulteriori allentamenti: dai campeggi, agli assembramenti, dalle scuole allo sport. Il Direttore sanitario della Clinica Moncucco, Christian Garzoni, intervenuto al TgSpeciale di Teleticino si è detto soddisfatto dei numeri nel nostro Cantone ma anche preoccupato per gli assembramenti.

“Ci sono fattori che non possiamo controllare”

Nonostante i numeri bassi moltissimi medici parlano di una seconda ondata, e tutti lo fanno con una sorta di certezza. Garzoni però spiega: “Una cosa è certa, oggi nessuno è in grado prevedere cosa farà il virus a medio o lungo termine. Anche gli esperti dei più grandi istituti dicono tutto e il contrario di tutto”. Per questo motivo, dunque, è importante attenersi ai fatti. “Innanzitutto questo virus ha un’alta capacità di diffusione nella popolazione se la popolazione tornasse quella di prima senza regole di igiene e distanza sociale. Secondariamente, il virus è basso grazie alle misure di contenimento che lo hanno portato a un basso livello e per questo motivo non può ripartire”. In ogni caso, come o se il virus farà aumentare la curva nei prossimi mesi è difficile dirlo, anche per gli esperti. “Oggi – ribadisce il medico – ci sono fattori che non possiamo controllare: non sappiamo quando le persone diventeranno meno sensibili al tema e non sappiamo se c’è una stagionalità”. Probabilmente il virus si diffonde meno d’estate visto che le persone stanno all’aria aperta. Ma oggi nessuno può prevedere con certezza. “Una seconda ondata, però, è ben ipotizzabile se smettiamo di essere attenti” conclude Garzoni.

Uso fortemente raccomandato della mascherina

Sull’uso fortemente raccomandato delle mascherine Garzoni motiva: “La situazione rispetto a un paio di mesi fa è molto cambiata, oggi grazie agli allentamenti decisi a livello federale le persone possono interagire in modo praticamente libero. Per questo dobbiamo mettere in atto tutti quei “trucchi” per ridurre le probabilità della trasmissione del virus”. La distanza scoiale, ve ne sarete accorti, spesso non riusciamo a rispettarla, e in alcuni luoghi, come sui mezzi pubblici, è praticamente impossibile da mantenere. Si tratta dunque di “un ulteriore elemento per prevenire un nuovo aumento dei casi, è una misura che costa poco e che protegge me e il mio interlocutore”. L’Ufficio federale della sanità pubblica, protagonista indiscusso di questi mesi, non ha mai attuato una politica di obbligo ma quanto più di raccomandazione. La stessa cosa è valsa per la mascherina, che non è mai stata imposta. “Spero che la popolazione ascolti l’appello dei medici: mettere. la mascherina quando non possiamo mantenere le distanze” ribadisce Garzoni.

“Rivedersi ma con rispetto”

Per molti la sensazione è che il virus in fondo sia acqua passata. E questo per certi versi è un po’ preoccupante perché potrebbe portare le persone ad abbassare la guardia sulle misure da attuare. “Il virus attualmente è presente in bassa quantità ma ad oggi gli assembramenti sono la cosa che fanno più paura. Io invito a mantenere le distanze e a utilizzare le mascherine anche quando vediamo amici e famigliari”. E sulla questione degli incontri, Garzoni sottolinea: “Oggi è arrivato il momento di riabbracciare le persone che non vedevamo da tanto tempo e di rivederle fisicamente ma manteniamo il rispetto per questo virus che è temibile e, talvolta, mortale”.

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