
Due subacquei di Ascona, Stella Del Curto e Raffaele Mazza, istruttori della Swiss Diving Academy, hanno portato a termine quattro immersioni sul celebre relitto dell’HMHS Britannic, transatlantico della White Star Lines affondato nel novembre 1916 nel Mar Egeo, a largo dell’isola greca di Kea, mentre prestava servizio come nave ospedale.
Gli obiettivi della spedizione
La spedizione, spiega in una nota la Swiss Diving Academy, è stata organizzata dall’esploratore subacqueo italiano Andrea Alpini e ha coinvolto anche altri cinque sommozzatori internazionali: gli italiani David D’Anna, Davide Pezone e Marco Setti, insieme ai greci Yannis Tzavelakos e George Vandoros. L’obiettivo principale era duplice: documentare con foto e video lo stato del relitto e condurre test scientifici legati alla decompressione e alla fisiologia del corpo umano durante immersioni.
L'Everest della subacquea
Il relitto del Britannic, lungo 269 metri, giace a circa 120 metri di profondità, ed è considerato una delle immersioni più impegnative al mondo per le sue condizioni ambientali e la complessità logistica. Non a caso è soprannominata “l’Everest della subacquea”. Fu scoperto nel 1975 dall'oceanografo francese Jacques-Yves Cousteau, e quest’anno si celebra il cinquantesimo anniversario di quella scoperta storica.
Altre immersioni
Durante la missione, il team ha effettuato immersioni anche su altri due relitti della zona: il SS Patris, battello a vapore affondato nel 1868, e il SS Burdigala, varato nel 1898 come SS Kaiser Friedrich e affondato nell’ottobre 1916, poche settimane prima del Britannic, anch’esso colpito da una mina tedesca.