
Due cacciatori ticinesi residenti nel Luganese sono stati sorpresi dalla polizia provinciale di Como mentre si trovavano sul versante italiano del Monte Bisbino, in territorio di Cernobbio. I due, trovati in possesso di fucili calibro 12, erano reduci da un'azione di caccia che è andata oltre i confini nazionali.
Denunciati per importazione temporanea di armi da sparo
Secondo quanto ricostruito dalla polizia, riferisce la Provincia di Como, i due cacciatori hanno superato il confine attraverso uno dei valichi a ridosso di Cernobbio, insieme a cani segugi. In seguito sono saliti sul Bisbino per andare a caccia di lepri, senza troppo badare su quale versante della frontiera si trovassero. La zona era da tempo sotto osservazione da parte degli agenti italiani, in collaborazione con l'Ufficio caccia e pesca ticinese. A insospettire gli agenti è stata un’auto con targhe ticinesi parcheggiata in zona. Quando i due uomini sono ricomparsi, non hanno potuto far altro che ammettere le proprie responsabilità e consegnare le armi. I due cacciatori sono stati denunciati per "importazione temporanea di armi da sparo".
Il caso grigionese
Lo sconfinamento ricorda l'episodio avvenuto qualche giorno fa in Val Cama, dove la polizia cantonale dei Grigioni ha sorpreso due cacciatori italiani, provenienti dalla Val Bodengo, che avevano oltrepassato il confine portando con sé fucili e attrezzature da caccia.
