
Malgrado i reiterati interventi, il Consiglio di Stato continua a tacere di fronte alla richiesta di introdurre un regime transitorio per i docenti supplenti penalizzati dalla recente modifica al Regolamento sulle supplenze. La denuncia arriva dal Sindacato VPOD, che da mesi chiede una soluzione per quegli insegnanti che, avendo iniziato una supplenza nel 2024, si sarebbero aspettati la trasformazione automatica in incarico alla 17a settimana, secondo la normativa allora in vigore. Ma dal 1° gennaio 2025 questa possibilità è stata abolita.
L'adozione di un regime transitorio e rischio precariato
Un gruppo di una ventina di supplenti, con il sostegno del VPOD, ha scritto al Governo il 20 febbraio 2025 per chiedere l'adozione di un regime transitorio. Finora, però, nessuna risposta ufficiale è arrivata da Bellinzona. Un silenzio che ormai, sottolinea il sindacato, "oltre a lasciare presagire un rifiuto della richiesta di un regime transitorio, denota anche un’irriguardosa chiusura rispetto agli estensori della lettera aperta". Molti di questi supplenti — che nella pratica svolgono le stesse funzioni dei docenti titolari — dopo quasi sei mesi di incertezza rischiano ora di continuare a lavorare in una situazione di precarietà, senza nessuna copertura in caso di malattia, ecc. "Rimarchiamo che una simile inazione del Consiglio di Stato risulta a maggior ragione irresponsabile, considerate le ormai note difficoltà occupazionali che stanno sempre più colpendo i giovani docenti (sovente portati a ricorrere proprio alle supplenze)".
L'agire dei comuni
Per quanto concerne la soluzione richiesta ai Comuni dal Sindacato VPOD, "molti di essi non risultano toccati dal problema o non hanno ancora risposto", precisa il sindacato. "Ad oggi rileviamo comunque che, se da un lato il Municipio di Lugano ha purtroppo negato la trasformazione di 5 supplenze in incarichi, dall’altro quello di Mendrisio ha accolto la richiesta sindacale convertendo l’unica supplenza interessata in incarico".
Le richieste del sindacato
Il VPOD infine ribadisce la necessità di trasformare le supplenze continuate in incarico e rilancia la richiesta di una riforma dello statuto precario dei supplenti, "affinché venga riconosciuta la necessaria dignità professionale a questa categoria più svantaggiata".