
Il Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport (DECS) segnala i risultati di uno studio sulla previsione del fabbisogno di insegnanti in Ticino. Esso è stato commissionato dal DECS e dalla direzione del Dipartimento formazione e apprendimento (DFA) della SUPSI al Centro innovazione e ricerca sui sistemi educativi (CIRSE) dello stesso DFA.
Lo studio ha fatto una mappatura della situazione occupazionale della scuola anche in considerazione del progetto “100 matricole”, concordato tra DFA e DECS nel 2015 e volto a garantire il fabbisogno di docenti necessario per il settore della scuola dell’infanzia e della scuola elementare. Dai dati raccolti si può complessivamente affermare che negli anni il progetto sta dando i risultati attesi e oggi garantisce il ricambio necessario del corpo insegnante nelle scuole comunali, messo in crisi negli anni scorsi dall’elevato numero di pensionamenti.
Per quel che riguarda le scuole medie e medie superiori, il fabbisogno di insegnanti varia a seconda della materia, ma sembra essere sufficientemente coperto dalle posizioni formative aperte. Lo studio permette di presentare una panoramica delle caratteristiche sociodemografiche e professionali che caratterizzano il corpo docente e la sua evoluzione a partire dall’anno scolastico 2010/2011. Da allora, nella scuola dell’infanzia e nelle scuole medie superiori, si registra un aumento annuo medio del numero dei docenti indicativamente tra l’1% e il 2%, mentre nella scuola elementare e nella scuola media si registra una loro lieve diminuzione non superiore al -0.8%.
Nel 2016/2017, l’ordine scolastico con più insegnanti è risultata la scuola media (1’357), seguito dalla scuola elementare (1’276) e dalle scuole medie superiori (556). Le docenti di scuola dell’infanzia sono invece la categoria meno numerosa (533). Nella scuola media e nelle scuole medie superiori si riscontra una percentuale di docenti che lavorano a tempo parziale più importante (rispettivamente 72% e 65%) rispetto a quanto rilevato per le scuole comunali (44% nelle scuole elementari e 42% nelle scuole dell’infanzia). La scuola dell’infanzia si distingue, oltre che per la presenza di (quasi) sole donne (99%), per la percentuale minore di insegnanti anziani. Tuttavia, nel periodo considerato, è solo nella scuola dell’infanzia che si osserva un aumento della proporzione di docenti ultracinquantenni. Negli altri ordini scolastici si riscontra il fenomeno di femminilizzazione della professione docente (figura 1 e tabella 4). Nella scuola elementare la percentuale di docenti donne è passata dal 69% al 74% (+8% nel 2016/2017 rispetto al dato del 2010/2011), nella scuola media dal 55% al 60% (+9%) e nelle scuole medie superiori dal 36% al 44% (+22%).
La stima previsionale del fabbisogno di futuri docenti nei diversi ordini scolastici ha lo scopo di evitare di formarne un numero eccessivo o insufficiente. Tra il 2016 e il 2017, i docenti delle scuole dell’infanzia, elementari, medie e medie superiori del cantone Ticino, hanno risposto a un questionario dedicato ai cambiamenti auspicati e probabili della loro situazione professionale nei quattro anni successivi. A seconda dell’ordine scolastico considerato il tasso, di risposta varia tra il 79% e il 98,4%.
Nella scuola dell’infanzia, il fabbisogno potrebbe essere dettato sia da coloro che pensano di lasciare la professione (stimati a 30 unità) sia dai pensionamenti previsti (24 unità). Anche i congedi auspicati (62 unità) hanno un’influenza importante in termini di fabbisogno, anche se solo temporaneo. Nella scuola elementare sono soprattutto i pensionamenti ordinari o auspicati (112 unità) a pesare maggiormente sul fabbisogno di ricambio. Il fabbisogno stimato per le scuole comunali (tabella 1, vedi allegato) per il quadriennio, può essere garantito con i docenti formati al DFA nel quadriennio considerato.
La modifica più frequentemente auspicata dai docenti di scuola media e delle scuole medie superiori, è invece l’aumento del grado di occupazione (rispettivamente 209 e 67 casi), mentre sono i pensionamenti (167 e 74 casi) e le diminuzioni del grado di occupazione (136 e 47 casi) a influenzare il fabbisogno di questi ordini scolastici. La quantità del fabbisogno stimato per le scuole medie e medie superiori non riflette necessariamente la difficoltà nel riempire tali posizioni con nuovi docenti. Ad esempio, sebbene il numero di posti vacanti per insegnare il tedesco è minore rispetto al fabbisogno di docenti in altre discipline, il numero di candidati per tale materia è molto esiguo.
In allegato lo studio del CIRSE
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