Ticino
Docenti contro "il giorno libero" concesso dal Governo, "Basta ridurre le risorse alla scuola"
©Gabriele Putzu
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Redazione
5 mesi fa
In programma per oggi una giornata di protesta da parte di diverse sedi scolastiche ticinesi contro le misure carovita decise dal Consiglio di Stato. Nel pomeriggio è prevista una manifestazione a Bellinzona, con un corteo che andrà verso Palazzo delle Orsoline, dove verrà consegnata una lettera aperta al Consiglio di Stato e al parlamento.

"Denunciare la scelta di non riconoscere ai dipendenti dello Stato la compensazione integrale del carovita, riducendo per questa via il loro salario reale. Lanciare un segnale d'allarme, all'attenzione del Governo e dell'attenzione pubblica, concernente le crescenti difficoltà incontrate da chi lavora nelle scuole e la costante perdita di attrattiva delle professione di insegnante. Segnalare l'importanza per la tenuta della società tutta del servizio pubblico, vilipeso dai continui tagli che ne riducono incisività ed efficacia. Evidenziare la superficialità con la quale Governo e parlamento, per ragioni di risparmio, sacrificano la responsabilità educativa, mettendo in difficoltà anche le famiglie". È per queste quattro ragioni che oggi molti docenti ticinesi non andranno in vacanza, ma si recheranno nelle proprie sedi scolastiche per dire "No" a un giorno di vacanza "non desiderato, concesso in cambio dell'ennesima misura di risparmio che colpisce il servizio pubblico, la scuola e gli insegnanti". Il riferimento, ricordiamo, è ai due giorni di congedo pagato (20 dicembre e 7 gennaio) concessi dal Consiglio di Stato ai docenti, insieme a una tantum di 400 franchi, come misure per il carovita. Una decisione dovuta al fatto che i due "liberi" pagati  inizialmente concessi dal Governo ai dipendenti pubblici, il 2 e il 16 agosto, rientrano nelle vacanze estive degli insegnanti.

Una giornata di protesta

Il Movimento della Scuola, come si può leggere sul portale, "già a fine marzo, quando il Consiglio di Stato ha reso pubbliche le misure adottate in sostituzione del riconoscimento del rincaro per i dipendenti dello Stato, ha preso posizione denunciando l'inutilità, anzi, la velenosità della scelta". Per questo il Movimento "ha pensato di mettere in campo un’iniziativa capace di far conoscere all’opinione pubblica le crescenti difficoltà che vivono coloro che la scuola la fanno e, di riflesso, di ribadire la contrarietà della scuola stessa alle politiche di risparmio che colpiscono il servizio pubblico". Così a fine ottobre il Collegio docenti del liceo di Bellinzona è stato il primo ad annunciare la propria partecipazione alla giornata di protesta, seguito nelle settimane e nei mesi successivi da altri. Una lista che quotidianamente vede aggiungersi altri collegi, come indicato sul portale del Movimento della Scuola, in cui vengono anche indicate le modalità di partecipazione di ogni singolo istituto. 

Il programma

La giornata odierna, per i docenti che hanno deciso di partecipare alla protesta, si dividerà in due momenti: la mattinata in sede e il pomeriggio in piazza a Bellinzona. Nella prima parte della giornata, viene spiegato sul portale, "sono previste attività nelle sedi e sul territorio. Ogni istituto, in funzione delle disponibilità dei docenti, delle sensibilità e del clima di sede, dell’ordine scolastico di riferimento, deciderà in piena autonomia come contribuire all’iniziativa". L'obiettivo è di "tenere aperte le scuole con attività 'speciali' di diversa natura, con la presenza degli allievi o senza". Nel pomeriggio, invece, "ci sarà un corteo a Bellinzona che porterà i docenti a consegnare alle autorità una lettera aperta sulla scuola".

"Basta ridurre risorse alla scuola"

Come scritto, oggi pomeriggio è in programma la consegna a Palazzo delle Orsoline di una lettera aperta sulle giornate di vacanza supplementari firmata "Coordinamento 20 dicembre". Una missiva preparata nelle scorse settimane e firmata dai docenti, come si può leggere in calce, al più tardi lunedì 16 dicembre.

Puntando il dito contro il piano di risparmio messo in atto dal Consiglio di Stato, e facendo riferimento al Preventivo 2024 e a quello del 2025, il Coordinamento, si legge nella missiva, spiega che "da parecchi anni governo e parlamento adottano misure di contenimento della spesa statale che colpiscono pesantemente il servizio pubblico, i dipendenti cantonali e la scuola". Questo "mentre è ormai sotto gli occhi di tutti il progressivo deteriorarsi delle condizioni di lavoro nella scuola e l’oggettiva accresciuta difficoltà del compito educativo". Per i docenti, "lo stillicidio di misure di risparmio non fa che aggravare la condizione dell’insegnante e si ripercuote sull’attrattiva della professione". Insomma, la posizione del Coordinamento 20 dicembre e di chi ha sottoscritto la lettera è chiara: "È ora di smettere di ridurre le risorse a disposizione della scuola e degli insegnanti". È per questo che oggi (e il 7 gennaio) "la scuola non può essere chiusa con tanta leggerezza".