
Il Consiglio di Stato non risarcirà di tasca propria il Cantone per il “caso Caruso”. Con 47 voti espressi a scrutinio segreto, la maggioranza del Gran Consiglio ha respinto la richiesta formulata in una mozione dell’MpS anche se diversi deputati hanno parlato di "errore politico" e "danno d'immagine".
"Errore sì, ma non causa grave"
La vicenda è quella della sospensione da parte del Decs del docente Spai Roberto Caruso, in seguito licenziato, annullata dal Tribunale amministrativo per violazione del diritto di essere sentito. Una decisione ritenuta non sufficiente come “causa grave” dalla maggioranza commissionale che, per voce del relatore Fabrizio Sirica, ha parlato di “iniziativa strumentale”, pur riconoscendo l’errore commesso dal Governo. Dai proponenti l’atteggiamento del Consiglio di Stato è stato invece definito “inaccettabile”. “Un abuso di potere” che avrebbero voluto indennizzare con 300 franchi a testa per un totale di 1500.
"Un Parlamento che ci costa 2 milioni all'anno"
Rigettata dalla maggioranza del plenum anche la proposta dell'MpS di cancellare l'adeguamento al rincaro dei contributi e delle indennità dei deputati. Questi saranno eventualmente adeguati su decisione dell'Ufficio presidenziale. "Sono stravolti i principi della Rivoluzione francese", l'affondo in aula di Matteo Pronzini: "Questo Parlamento ci costa 2 milioni all'anno".
Le proposte accolte
Via libera invece alla moratoria del numero di medici per contenere la spesa sanitaria, proposta dal Governo e accolta con favore dalla maggioranza. Sì anche anche a tutta una serie di proposte pensate per migliorare e rendere più fluide le regole istituzionali modificando la Legge sul Gran Consiglio: d'ora in avanti, ad esempio, sarà il Parlamento a esprimersi sull'urgenza di determinate trattande e non più l'Ufficio presidenziale; le interpellanze dovranno essere presentate al più tardi 12 giorni prima della seduta per dare al Consiglio di Stato più tempo per rispondere mentre in caso di parità di voto per due volte consecutive, la decisione sarà ritenuta nulla e non più rinviata alla sessione parlamentare successiva.