
Come noto, il 1° giugno 2019 ha preso il via la graduale introduzione del divieto di fumare al di fuori delle apposite zone fumatori nelle stazioni svizzere. Un provvedimento - che verrà spiegato dalle FFS nel corso di tre giornate di volantinaggio a Bellinzona, Lugano e Chiasso - che non ha fatto l'unanimità anche trai i politici ticinesi.
“Buongiorno società dei divieti - ha postato il deputato leghista Andrea Censi - Che nei locali chiusi ci sia un divieto di fumo è comprensibile, ma qualcuno mi spiega l'utilità di questo proibizionismo? Che in politica si discuta delle libertà personali (e le posizioni siano contrastanti, vedasi ultime votazioni in GC sul divieto fumo all'aperto) mi sta bene ed è un normale esercizio democratico, ma che a far politica ci si mettano anche le ex regie federali no. Capisco se fosse per una questione di littering, ma per questo ci sono sanzioni più che adeguate”.
"Io avevo sostenuto il divieto nei parchi giochi, ma nelle stazioni e alle fermate del bus mi era sembrato troppo - ha invece commentato il deputato PPD Giorgio Fonio - Nel caso specifico non mi sembra si parli di un divieto generalizzato di fumo ma della creazione di apposite aree per fumatori con lo scopo di rispettare sia i fumatori che i non fumatori. È evidente che ogni volta che viene inserito un qualcosa che limita la libertà individuale delle persone vi sono delle reazioni, anche dure".
"Per questo è importante motivare e spiegare la decisione presa elencando bene i pro e i contro. Per esempio nelle scorse settimane si è votato in Gran Consiglio la proposta di Nadia Ghisolfi di vietare il fumo nei parchi giochi. Lo scopo era evidente: tutelare i bambini. Dopo la bocciatura parlamentare un gruppo di consiglieri comunali locarnesi ha ripreso il tema proponendolo a Locarno. A conferma che in politica ci vuole pazienza e che le buone idee se motivate, trovano con tempo il giusto consenso", ha concluso.
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