
La sentenza è arrivata verso le 15.15 ed è severa: condanne a 14 mesi di carcere sospese con la condizionale sia per Fabio Gaggini che per Beat Kaufmann per frode fiscale. Pena pecuniaria - 9 mila franchi - per il 61enne ex dirigente della BUC. "I tre imputati - ha commentato il giudice Claudio Zali - non hanno agito perché tifosi, o per passione sportiva, ma lo hanno fatto per vincere ad ogni costo falsando così la competizione sportiva con lo stesso effetto di chi usa il doping". Il giudice ha ritenuto gravi i fatti, soprattutto per i due dirigenti dell'HCL; gravi soprattutto per Fabio Gaggini che, come ha detto Zali, essendo uomo di legge è "maggiormente responsabile perché avrebbe dovuto avere coscienza critica". Grave inoltre, secondo Zali, il fatto che i reati si siano perpetrati per 10 anni. La procuratrice pubblica (PP) Monica Galliker stamane aveva chiesto la conferma dell'atto d'accusa per tutti e tre gli imputati. Nella sua requisitoria aveva dunque chiesto tre condanne: 16 mesi per Fabio Gaggini, 14 mesi per Beat Kaufmann e per il 61enne bancario aveva invece chiesto una pena pecuniaria di 81'600 franchi. La PP non si opponeva però, in tutti e tre i casi, alla sospensione della pena condizionalmente. "I tre imputati - aveva dichiarato Monica Galliker - erano le pedine fondamentali di quello che si potrebbe definire il sistema del bianco e nero”. "Pur avendo i tre imputati collaborato con le autorità ed ammesso i fatti - aveva aggiunto - hanno mentito all'autorità fiscale ed il sistema di versare i salari in nero si sarebbe protratto, se non ci fosse stata la denuncia". E con un riferimento alle vittime dell’agire dei tre: "Oltre agli enti pubblici, e quindi alla collettività, il comportamento dei tre imputati non è stato un esempio di fair play nei confronti delle altre squadre che hanno pagato fino all’ultimo centesimo". "Voglio pensare - aveva proseguito - che ci siano queste squadre. E almeno due esistono, visto che abbiamo potuto paragonare i libri contabili". L'inchiesta è insomma nata dopo il paragone dei libri contabili dell'Ambrì Piotta con quelli del Lugano. Dopo la requisitoria, sempre in mattinata, sono poi iniziate le arrighe dei tre avvocati difensori. L‘avvocato Luca Marcellini, difensore di Beat Kaufmann e l’avvocato Luigi Mattei, difensore di Fabio Gaggini, avevano chiesto per i loro assisti una pena pecuniaria minima. L’avvocato Raffaele Bernasconi, difensore del 61enne ex direttore della BUC di Lugano, aveva invece chiesto l’assoluzione.Le difese avevano puntato i loro interventi sull’eccezionalità di portare in un aula penale dei reati come quelli contestati nell’atto d’accusa; inoltre avevano ribadito che i tre non avevano agito per un proprio guadagno, ma mossi unicamente da passione sportiva. Una tesi che Zali non ha sposato.
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