
Le analisi chimiche effettuate sui prelievi confermano i sospetti. I tre bidoni rinvenuti sotto terra alla zincheria Maggini di Croglio contengono sostanze tossiche, resti di vecchie zincature galvaniche eseguite in passato. Ora, spetterà alla procuratrice pubblica Margherita Lanzillo – titolare dell’inchiesta – stabilire chi non ha smaltito correttamente queste sostanze. Una domanda cruciale visto che l’attuale proprietario non esegue più zincature galvaniche da circa un decennio e che l’azienda ha conosciuto almeno due titolari negli ultimi 30 anni, ci spiega il sindaco di Croglio Georges Kauffmann. Sulla questione, l’attuale proprietario non vuole esprimersi. Poi aggiunge una frase sibillina: “quando l’inchiesta sarà finita, la verità verrà fuori”. Una cosa è certa, chi ha sotterrato quei bidoni dovrà rispondere di infrazione alla legge federale sull’ambiente e sulla protezione delle acque. Ricordiamo che da inizio mese la ditta Maggini è sotto sequestro. Intanto, la divisione dell’ambiente - confermata la tossicità dei fanghi - si prepara alla bonifica del terreno. La discarica abusiva verrà rimossa non appena la Magistratura ordinerà di procedere con gli scavi. Forse già nelle prossime settimane. Rischi per la popolazione non ce ne sono, rassicurano ancora oggi gli esperti del dipartimento. Secondo una prima stima la discarica sarebbe piuttosto contenuta. Saranno comunque gli scavi a stabilirne con esattezza l’entità. Da ultimo, a complicare la vicenda c’è anche l’intricata situazione edilizia dello stabile, la cui domanda di costrizione in sanatoria non è ancora stata evasa dal Cantone in quanto incompleta. fp
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