
Il disagio giovanile è sempre più presente e incisivo, anche nel nostro cantone. Il tema è sotto i riflettori da tre anni con un tavolo di lavoro interdipartimentale e oggi, in occasione della giornata mondiale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, si è fatto il punto, mostrando gli assi su cui lavorare per dare risposte concrete a problemi reali. “Disturbi del sonno, aggressività, disturbi alimentari. Queste problematiche devono essere prese a carico con sempre maggiore competenza, perché quando abbiamo una serie di problemi che si vanno a sommare, occorre agire veramente a tutti i livelli”, rileva il capo dell’Ufficio del sostegno a enti e attività per le famiglie e i giovani, Marco Galli.
Carobbio: “In alcuni casi la scuola è l’ultima baluardo"
Un disagio che comincia fin dalla prima infanzia e che arriva poi anche tra i banchi di scuola. Per questo, come detto, si è reso necessario agire a tutti i livelli, implementando delle misure di intervento. “In alcuni casi la scuola è l’ultima baluardo in cui vengono prese a carico delle situazioni di difficoltà”, spiega la direttrice del DECS Marina Carobbio Guscetti. “I docenti segnalano che c’è anche un aumento dei giovani con fragilità e loro se ne fanno carico con progetti diversificati che nascono dalle sedi scolastiche stesse. Abbiamo ad esempio dei progetti che prevedono educatori di sede o regionali, nonché interventi in caso di situazioni acute”.
De Rosa: "Messi in campo diversi strumenti"
E con situazioni sempre più acute è stato confrontato anche il DSS che, per far fronte al disagio giovanile, ha introdotto nuove misure e strutture. “Abbiamo messo in campo diversi strumenti", conferma il direttore Raffaele De Rosa. "Penso alle risorse che operano sul territorio per prendere a carico casistiche sempre più complesse a cui non eravamo abituati, ma anche all’imminente apertura - dopo anni di sforzi e ricerche - della nuova unità di cura integrata per minorenni che vedrà la luce nella fase transitoria a Stabio”.
