
Il Dipartimento del territorio ha pubblicato i risultati complessivi delle indagini sulla presenza di diossine nei suoli, avviate nel 2021 dopo i dati preoccupanti riscontrati a Losanna. Tra il 2021 e il 2024 la Sezione della protezione dell’aria, dell’acqua e del suolo (SPAAS) ha raccolto e analizzato 60 campioni attorno a diversi impianti potenzialmente responsabili di questo tipo di inquinamento.
Diossine legate ad attività del passato
Le analisi confermano che le concentrazioni rilevate sono principalmente riconducibili ad attività industriali di diversi decenni fa. I valori misurati nelle vicinanze di siti industriali attuali non risultano invece particolarmente significativi. Un’eccezione riguarda gli ex impianti di incenerimento dei rifiuti CER di Bioggio e CIR di Riazzino, dove i livelli sono mediamente più elevati ma, salvo un unico punto, non superano i valori di guardia fissati dalla normativa federale.
Situazione rassicurante
Secondo il rapporto, la contaminazione osservata in Ticino non presenta rischi particolari e non richiede misure immediate. "La situazione è rassicurante e non impone particolari misure", sottolinea il DT. "I dati ottenuti confermano che la contaminazione da diossine riscontrata a Losanna rappresenta un caso isolato, come anche concluso dell’Ufficio federale dell’ambiente".
Nessuna criticità all’impianto di Giubiasco
Anche i risultati del monitoraggio attorno all’impianto di termovalorizzazione di Giubiasco (ICTR) non evidenziano criticità: i residui di diossine osservati derivano perlopiù da contaminazioni già presenti prima dell'esercizio dell'impianto e le variazioni osservato nel tempo rientrano nei margini di incertezza analitica. Dopo 15 anni di attività, è possibile concludere che "l’ICTR non ha contribuito ad aumentare le concentrazioni di diossine nei pressi dell’impianto, almeno non in quantitativi misurabili", precisa il rapporto.