
Il convegno “Digitalizza la cultura”, giunto alla sua quarta edizione, si è svolto lo scorso 30 ottobre a Manno con oltre 130 partecipanti. L’evento – evidenzia il Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport (DECS) – ha offerto uno spazio di confronto sulle trasformazioni digitali in ambito culturale nel ventennale della Convenzione UNESCO di Parigi e della Convenzione di Faro.
Temi e contributi
Il convegno ha alternato momenti di aggiornamento, casi di studio e riflessioni condivise tra professionisti, istituzioni e realtà formative. In apertura è stata ricordata la genesi di questi incontri, nati nel 2016 per rafforzare ulteriormente le attività promosse dal DECS in ambito digitale, con particolare attenzione al coordinamento interno e alla messa in rete con le realtà attive sul territorio. I contributi, viene spiegato in un comunicato, “hanno evidenziato un panorama ricco, ma non sempre conosciuto, all’interno di un settore eterogeneo. Sono state presentate esperienze provenienti da diversi contesti ticinesi, svizzeri e italiani, come la mappatura di materiali digitali, l’interconnessione tra archivi, le pratiche di gioco quale forma di mediazione e l’utilizzo dell’intelligenza artificiale”. È stato sottolineato come, soprattutto tra le nuove generazioni, crescano le aspettative rispetto all’uso delle tecnologie nei contesti museali e culturali, in un dialogo non sempre facile tra contenuti e strategie di comunicazione.
Coinvolti anche gli studenti
Uno dei tratti distintivi dell’edizione 2025 è stata la partecipazione attiva degli studenti del Bachelor in Leisure Management della SUPSI. Coinvolti sin dalla fase di ideazione, hanno contribuito alla co-costruzione del convegno; hanno inoltre presentato alcune proposte volte a rendere più accessibile l’offerta culturale grazie alla realtà aumentata, agli ologrammi e all’ibridazione tra analogico e digitale. La giornata si è conclusa con una tavola rotonda dedicata all’inclusione e alla valorizzazione della comunicazione culturale, con un richiamo alla necessità di rappresentare e coinvolgere un pubblico sempre più eterogeneo.
