
Posizioni professionali fragili, pochi contratti indeterminati e poche sicurezze a livello previdenziale. Oggi la Città di Lugano ha tolto il velo su una realtà molto attiva e in crescita, ma anche debole e di precariato: quella degli operatori di Teatro e Danza. Lo ha fatto presentando un’indagine svolta tra gli attori sul territorio. "In primis è emerso che il settore è andato espandendosi dopo la creazione del LAC, con un aumento delle strutture", spiega a Ticinonews Laura Brenni, responsabile dell’Ufficio di Sviluppo culturale della Città. "Un altro dato emerso è che si tratta di un settore piuttosto professionalizzato (l’80% degli operatori si è dichiarato professionista e lavora al 100% nel settore), ma a preoccupare è che i ricavi non sono conseguenti al supposto livello di professionalizzazione; sono cifre molto modeste”.
"Settore attivo, ma precario"
Fornendo qualche dato, delle 466 persone attive nelle organizzazioni, solo il 24% ha un contratto a tempo indeterminato. Inoltre, il 70% delle strutture operative chiude l’anno in perdita. Per chi lavora a tempo pieno nel settore delle arti sceniche, la mediana del reddito annuo è di 33mila franchi. Molti si trovano obbligati, per motivi finanziari, a cercare attività accessorie. Risultati che non hanno sorpreso il vicesindaco Roberto Badaracco, per cui "è una conferma di quello che già si supponeva: il settore è vitale e attivo, ma anche molto precario. Sia a livello professionale che di strutture, si fa molta fatica a livello economico". Tutto ciò "indica all’autorità pubblica quali strumenti deve impugnare per reagire a questa situazione”. Il Capodicastero cultura ribadisce però anche la presenza di punti positivi nel settore emersi dall’indagine. "Chi pratica un’attività culturale lo fa davvero con il cuore: se guardasse solo il guadagno, non lo farebbe. Ed è davvero bello che ci sia tanta gente attiva – solo nel Luganese più di 400 persone – per dare un contributo culturale alla società".
La ricetta: nuovi spazi e una riforma
Insomma, tanta crescita (in primis grazie all’arrivo del LAC), ma anche tante difficoltà e - un altro dato sottolineato da più parti – un'importante assenza di spazi. Ma come agirà, ora, la Città? "Il prossimo passo immediato è quello di presentare in Municipio un rapporto per gli spazi culturali. Se ne parla da tempo, ma ora stiamo arrivando alla fine", conclude Badaracco, aggiungendo che qualche spazio è stato identificato. "Il secondo passo? Entro la fine dell’anno prossimo vogliamo avere pronta una revisione dei contributi culturali, che regoli ad esempio come vengono elargiti o i presupposti per ottenerli".
