Soccorsi
Di ritorno dal terremoto in Turchia: "È stata dura, ma lo rifarei"
Redazione
un anno fa
La squadra svizzera di soccorso è rientrata da pochi giorni in Ticino. Tra loro c’era anche Mauro Bonomi e la sua border collie Luna, che abbiamo incontrato.

“Emotivamente è stata durissima, ma se mi chiamassero, ripartirei domani”. Sono le parole di Mauro Bonomi, soccorritore della Redog, che con la sua cagnolina Luna è intervenuto in Turchia poche ore dopo il terremoto. Da qualche giorno è rientrato in Ticino e a Ticinonews ha raccontato il dramma di quello che ha visto, ma anche dei momenti di euforia vissuti quando dalle macerie emergeva ancora la vita. “Quando siamo arrivati era veramente triste. C’erano tantissime persone in strada che chiedevano aiuto. Tutti volevano l'intervento del cane, con la speranza di poter ritrovare i propri cari. Ma non potevamo andare ovunque. Tutto intorno a noi era crollato”.

Tratte in salvo 12 persone

Grazie al lavoro svolto dalla squadra svizzera di soccorso sono state estratte vive dalle macerie 12 persone, tra cui anche una bimba di cinque mesi. “È stato un colpo al cuore. È rimasta 70 ore sotto le macerie, ma siamo riusciti a estrarla viva dopo 12-15 ore di lavoro. L’intervento è iniziato dapprima in una parte, ma era troppo pericoloso, sia per la nostra sicurezza che per le vittime. Poi ci siamo spostati in un altro punto, dove è stata estratta la bambina. C'è stato un momento di euforia per 5 minuti, poi abbiamo ricominciato a scavare da un'altra zona”.

I turni di lavoro

Per quanto riguarda l'organizzazione del lavoro, la squadra era sempre operativa di notte. "Di giorno c'erano troppe persone che chiedevano aiuto e troppa gente sul posto. Di notte potevamo lavorare più tranquilli. Eravamo organizzati in gruppi di lavoro: 5-6 persone lavoravano sulle macerie per 20 minuti, poi si davano il cambio fino a quando arrivavamo alla persona rimasta intrappolata”. Per motivi di sicurezza, chi operava sulle macerie doveva lasciare il proprio nome all’esterno, in modo da identificare la persona nel caso in cui fosse successo qualcosa.

L’attività di Luna

A dar man forte ai soccorritori c’erano i cani da ricerca di Redog, tra cui il border collie Luna. “Durante il primo intervento si è comportata in modo strano”, racconta Bonomi. “Siamo abituati che quando trovano le persone i cani abbaiano. In questo caso Luna ha avuto un atteggiamento che non ho mai notato: si è messa a piangere, anche forte, per poi fare retromarcia. Interpretando il suo comportamento, ci siamo detti che qualcosa c'era. Abbiamo inviato un secondo cane, che ha reagito alla stessa maniera. Abbiamo attivato la camerina per perlustrare la zona e c'erano delle persone morte, schiacciate dalle macerie. Abbiamo quindi proseguito da un'altra parte perché per estrarre una persona ci vogliono minimo 12-15 ore".

Un’esperienza emotiva forte

Dopo una settimana di impiego, la squadra è rientrata in Svizzera, ma la forte esperienza vissuta in Turchia ha lasciato una traccia indelebile. “Non si è mai abituati a questo genere di situazioni dal punto di vista emotivo: quando si lavora, non si pensa. Ora comincia a uscire tutto quello che abbiamo vissuto. Purtroppo, non potevamo arrivare dappertutto”. Al rientro in Svizzera, all’aeroporto di Zurigo, i soccorritori sono stati accolti con una sorpresa. “Un centinaio di cittadini turchi, uomini e donne, ci hanno dato delle rose come ringraziamento per il nostro intervento. Fa male, ma fa anche bene al cuore. Se mi richiamassero domani, lo rifarei”.