L'interrogazione
"Detenuti stranieri e sovraffollamento record: l’espulsione dei criminali stranieri resta lettera morta?"
©Chiara Zocchetti
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Redazione
17 giorni fa
Tre deputati democentristi interrogano il Consiglio di Stato sulla situazione di sovraffollamento senza precedenti che si sta registrando nelle carceri ticinesi.

Le carceri ticinesi stanno affrontando un sovraffollamento senza precedenti. L'allarme è stato lanciato da Stefano Laffranchini, direttore delle Strutture carcerarie, e Frida Andreotti, a capo della Divisione giustizia del Dipartimento istituzioni. Una notizia che ha portato i deputati Udc Alain Bühler (primo firmatario), Andrea Giudici e Aline Prada, ad interrogare sul tema il Consiglio di Stato. "A livello svizzero", scrivono, "il 74% dei detenuti è straniero, ma tra questi solo 1'330 hanno un permesso di soggiorno regolare, 716 sono richiedenti l’asilo, e 2'850 si trovano in situazione irregolare". In Ticino, "nel 2023, il 73% dei detenuti era straniero. Una parte di questi è composta da persone non domiciliate, entrate nel paese solo per delinquere, rientrante nel fenomeno del cosiddetto 'turismo criminale'".

L'iniziativa "scarsamente applicata"

Nel 2010, ricordano nel testo dell'interrogazione, "l’iniziativa popolare 'per l’espulsione dei criminali stranieri' è stata approvata dal Popolo svizzero e ticinesi e ha introdotto l’art. 121 cpv. 3-6 della Costituzione federale, poi tradotto nell’art. 66a Cp, che prevede l’espulsione obbligatoria per reati gravi, salvo 'casi di rigore'. Tuttavia, i dati evidenziano una scarsa applicazione del meccanismo: nel 2023, in Ticino, solo il 62% delle espulsioni ordinate è stato eseguito. A ciò si aggiunge, secondo dati in nostro possesso, il fatto che la cosiddetta clausola di rigore è invocata dai giudici in circa il 40% dei casi a livello nazionale". Numeri che, concludono i tre gran consiglieri, "suggeriscono che una parte rilevante del sovraffollamento carcerario potrebbe essere causata anche dalla presenza di criminali stranieri recidivi, che non sono stati espulsi al termine della prima condanna. Una migliore applicazione dell'espulsione obbligatoria prevista dalla Costituzione potrebbe contribuire ad alleggerire la pressione sulle strutture carcerarie, migliorare la sicurezza e rispondere in modo più coerente alla volontà popolare espressa nel 2010".

Le domande poste al Consiglio di Stato

Quanti detenuti sono o sono stati presenti complessivamente nelle strutture carcerarie ticinesi negli ultimi 5 anni? Quanti di essi erano di nazionalità straniera?

 

Tra i detenuti stranieri, negli ultimi 5 anni, quanti: con un permesso di soggiorno in Svizzera (B, C, L); al beneficio dello statuto di rifugiato (B per rifugiati); al beneficio dello statuto S; al beneficio di un’ammissione provvisoria (F); richiedenti l’asilo con una procedura in corso al momento dell’arresto (N); richiedenti l’asilo con una domanda domanda d’asilo respinta; sono stati nuovamente incarcerati dopo aver espiato una prima condanna in Ticino o in un altro Cantone svizzero (recidiva).
Quanti stranieri detenuti negli ultimi 5 anni risultavano non domiciliati in Svizzera (cioè presumibili “turisti del crimine”)?
Quante espulsioni ai sensi dell’art. 66a CP sono state ordinate negli ultimi 5 anni in Ticino? E nel dettaglio quante di esse: sono state effettivamente eseguite; non sono ancora state eseguite o non verranno eseguite. Per quali motivi?

 

In quanti casi i giudici ticinesi hanno rinunciato all’espulsione facendo capo alla clausola di rigore negli ultimi 5 anni? Su quale base e con quale motivazione?

 

Esiste un sistema di monitoraggio interno che rileva quanti detenuti espellibili rientrino nuovamente in Svizzera dopo l’espulsione (eventualmente anche sotto falsa identità o con altro status)? Se sì, con quali risultati?

 

Il Consiglio di Stato ritiene che una maggiore effettività dell’espulsione dei criminali stranieri potrebbe contribuire a ridurre il sovraffollamento carcerario cantonale? Ha effettuato stime o proiezioni in tal senso?
Quali misure concrete intende adottare il Consiglio di Stato per migliorare l’applicazione delle espulsioni e ridurre l’abuso della clausola di rigore?