
Depositata in questi giorni la domanda di costruzione, il Consorzio Depurazione acque del Verbano sta avanzando nelle procedure di aggiornamento tecnico dello stabile amministrativo del proprio impianto Foce Ticino ubicato sul Piano di Magadino, il quale deve essere allineato, da un lato, all’incremento del numero di collaboratori, e dall’altro all’evoluzione delle attività operative che il Consorzio svolge, assicurando un equilibrio tra la sostenibilità finanziaria e quella ambientale. “Per le realtà attive capillarmente sul territorio è fondamentale aggiornarsi e dotarsi di strutture adeguate, in modo da svolgere in modo efficace il compito a noi delegato dai comuni consorziati, garantendo un servizio di qualità, così come buone condizioni di lavoro per i nostri dipendenti", ha dichiarato il Presidente della Delegazione consortile, Carlo Carafa.
L’ente
Il Consorzio Depurazione acque del Verbano (CDV) è un ente nato nel 2010 che riunisce 22 Comuni del Locarnese e del Bellinzonese in quello che è il più vasto consorzio di depurazione di tutta la Svizzera. Con i suoi 120 km di rete di canalizzazioni, il CDV si inserisce nel ciclo dell’acqua, raccogliendo acque di scarico e restituendo ai bacini imbriferi quella depurata da Brissago a Cadenazzo, dalla Vallemaggia al Gambarogno, per un totale di circa 110’000 abitanti equivalenti.
“Spazi inadeguati”
CDV suddivide presso i suoi due impianti di depurazione delle acque (IDA) - l'IDA Foce Maggia situato a Locarno in zona Saleggi e quello Foce Ticino situato sul Piano di Magadino - il suo carico di attività. L’IDA Foce Ticino è il fulcro operativo del Consorzio. L’aumento dell’organico complessivo e una maggiore dislocazione di collaboratori operativi in tale sede ha ora reso indispensabile un adeguamento, già solo se si considera che gli attuali spazi di lavoro e amministrativi sono dimensionati per sei persone, mentre in realtà vi operano 12 dei 20 collaboratori del Consorzio. Gli spazi destinati ai lavori tecnici e amministrativi “appaiono oggi inadeguati, e in particolare quelli inseriti nello stabile esistente risultano insufficienti per quantità e qualità rispetto alle oggettive necessità amministrative, operative e logistiche attuali, di modo che i dipendenti sono chiamati a prestare i loro servizi in condizioni non allineate agli standard correnti”, si legge in un comunicato.
Circa 3 milioni di investimento
Per rispondere a questa evoluzione, già nel corso del 2022 la Delegazione ha quindi avviato una fase di progettazione preliminare avente per oggetto l’aggiornamento strutturale e funzionale dello stabile amministrativo presso l’impianto di depurazione di Foce Ticino. Il Consiglio consortile ha successivamente approvato il credito per la progettazione definitiva, stanziando un importo di 190’000 franchi durante la seduta straordinaria del 28 settembre 2022, sulla scorta del quale sono stati allestiti i piani di progetto definitivi e la domanda di costruzione, depositata in questi giorni presso l’Ufficio tecnico di Locarno. L’intervento prospettato prevede, premessa una positiva delibera del Consiglio consortile, un investimento di circa 3 milioni.