Ticino
Dentro il reparto Covid della Clinica Moncucco
Lara Sargenti
4 anni fa
La struttura ha aperto le proprie porte per mostrare la quotidianità di pazienti, infermieri e medici. Mariapia Pollizzi, responsabile servizio infermieristiche: “Siamo pronti all’aumento dei casi, ma lo stato d’animo è un po’ minato”

La Clinica Luganese Moncucco ha aperto le porte del reparto Covid e di cure intense alle telecamere di Teleticino. I colleghi hanno potuto vedere con i propri occhi la quotidianità di medici e infermieri, impegnati al fronte per assistere i pazienti, il cui numero sta crescendo nelle ultime settimane.

L’organizzazione della clinica
“Abbiamo organizzato i pazienti in tre fasce”, spiega il direttore sanitario della struttura Christian Garzoni. “Ci sono pazienti che non hanno una malattia Covid e che sono ricoverati in un reparto normale; c’è poi una zona “filtro”, dove vengono ricoverati, in camere singole, pazienti che presentano segni di polmonite o influenza e che vengono sottoposti al tampone molecolare. Una volta ottenuto il risultato del test, si decide se trasferirli in un reparto normale in caso di negatività o nel reparto covid in caso di positività. Questo garantisce la sicurezza dei pazienti e del personale”, sottolinea il medico. C’è poi il reparto Covid, dove si trovano i malati che hanno contratto il virus. La maggior parte dei pazienti, aggiunge Garzoni, non sono vaccinati o sono anziani che non hanno fatto in tempo a ricevere la dose di richiamo. La giornata tipo di un medico nel reparto Covid, spiega ancora il direttore sanitario, inizia sempre con una visita per fare il punto della situazione e capire come è andata la notte. La gestione è divisa su più medici per “garantire una copertura anche durante il periodo delle feste”.

Gli stati d’animo
L’inverno è appena iniziato, ma sarà lungo, prevede il direttore sanitario della Clinica. E questo incide anche sul morale dei dipendenti. L’attività per il momento è ancora tranquilla, sottolinea Mariapia Pollizzi, responsabile servizio infermieristiche della Clinica. Ma il cambio si è visto nelle ultime due settimane, con un adeguamento della turnistica e dei posti letto. “Lo spirito è un po’ minato dalla ripresa di questa pandemia, che tutti speravamo di non rivivere come ondata. La pressione sugli ospedali è ritornata. L’umore è altalenante. Si è pronti per dare il massimo, certo, ma c’è un po’ di amarezza per essere richiamati a far fronte a questa problematica, che è sempre presente”.

I pazienti che guariscono
Ci sono tuttavia anche note positive, con pazienti che guariscono dal virus. È il caso del 97enne Adelio, che non si perde d’animo e ha ancora l’energia per cantare una canzone che vuole dedicare “a tutte le donne”. “Io ho tanta fiducia e sono su di morale, io vedo luce, non oscurità”.

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