Lugano
Demolizione dello stabile Ghioldi, la Stan si oppone
© Google Maps
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Redazione
2 anni fa
La Società ticinese per l’arte e la natura vuole evitare che la villa di via Maderno 21 venga distrutta e invoca la "vetustà" del Piano regolatore di Lugano.

La Società ticinese per l’arte e la natura (Stan) ha interposto opposizione contro la demolizione dello stabile Ghioldi di via Maderno 21 e la costruzione sul sedime di una nuova palazzina residenziale. La Stan sottolinea l’importanza della villa, e del suo ampio giardino con alberi d’alto fusto, costruita tra il 1914 e il 1915.

Gli argomenti della Stan

Per giustificare sul piano giuridico la limitazione delle possibilità di edificazione sul sedime, la Stan invoca la “vetustà” del Piano regolatore di Lugano (che risale al 1984), la sua “non conformità con il diritto superiore per la modifica negli scorsi anni, decenni di importanti leggi federali e cantonali, il tendenziale esubero delle unità insediative inserite a PR rispetto alla situazione attuale e alle necessità di sviluppo future come prescritte dal Piano direttore”.

“Oggetti meritevoli di protezione”

La Stan ribadisce poi ciò che aveva già chiesto nelle sue recenti osservazioni alla Variante Beni culturali 2 presentata dal Municipio, ovvero che quest’ultima dovrebbe essere arricchita con gli oggetti “meritevoli di protezione”, anziché rimandare l’esame a una futura Variante Beni culturali 3, “che rischia di arrivare tardivamente”. Secondo la Società, la proposta della Variante beni culturali 2 di proteggere una trentina di oggetti è “troppo riduttiva e non è esaustiva”. Inoltre, “le scelte non sono trasparenti e non sembrano essere state fatte in modo scientificamente fondato, partendo da un esame a tappeto dei manufatti che per caratteristiche architettoniche/artistiche e storiche potrebbero entrare in considerazione per una tutela, basandosi per esempio sul censimento dei beni compilato dall’Ufficio dei beni culturali”.

La casa

La casa di via Maderno 21 fu costruita per Francesco Ghioldi, responsabile di un’importante attività nel commercio di generi alimentari in città. Non si trattava di una tipica villa ad uso solamente residenziale, ma aveva anche la funzione di deposito di generi alimentari e di amministrazione della ditta (nel sotterraneo e al piano terreno).

“La città ha un debito verso i fratelli Somazzi”

La costruzione dell’edificio fu portata a termine dall’architetto Ezio Somazzi, che aveva uno studio d’architettura a Milano e che rientrò a Lugano per realizzare i progetti del fratello Paolito prematuramente scomparso e per prendere in mano l’impresa di famiglia. Alla sua morte, avvenuta nel 1934, Ezio Somazzi lasciò gran parte dei suoi beni alla città di Lugano perché questa istituisse la “borsa Fratelli architetti Paolito e Ezio Somazzi”, tuttora esistente, che eroga assegni di studio a favore di studenti di architettura di condizioni economiche disagiate. Anche solo per questo, conclude la Stan, “la città di Lugano ha un debito nei confronti degli architetti Somazzi, che appare inconciliabile con il lasciare demolire tutte le loro opere per attuare speculazioni edilizie come quella prevista in via Maderno 21”.

 

 

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