
19 anni di detenzione e 15 di espulsione dalla Svizzera per il marito della vittima, pena detentiva a vita per il cognato. È la sentenza decisa dal giudice Amos Pagnamenta nei confronti dei due uomini comparsi a processo per il caso della cittadina srilankese di 40 anni trovata morta nel suo appartamento a Chiasso l’11 settembre 2024. Pagnamenta ha condannato entrambi gli imputati per assassinio, accogliendo in toto la richiesta della pubblica accusa. “Hanno agito da vigliacchi e codardi uccidendo una donna mentre dormiva”, ha dichiarato al momento della lettura della sentenza.
Le accuse
La vittima, come detto, era stata trovata morta nel suo appartamento l'11 settembre del 2024. Un mese dopo, scartata l’iniziale ipotesi della morte naturale, sono scattate le manette per il marito, cittadino srilankese di 45 anni e di suo fratello, cittadino srilankese e italiano. L’accusa mossa a loro carico era di assassinio in correità fra loro. La procuratrice pubblica Chiara Buzzi ha chiesto 19 anni di carcere, più l'espulsione dalla Svizzera per 15 anni per il marito, mentre per il cognato, presunta mente e principale esecutore del delitto, è stata proposta la detenzione a vita, più l'espulsione per 15 anni.
I fatti
Entrambi in carcere da oltre un anno, i due imputati hanno tenuto posizioni ben distinte nel processo. Se il marito ha ammesso le sue responsabilità, il cognato ha invece negato tutto. Era a Chiasso, diceva, per tentare di ricongiungere la coppia. Contro di lui il DNA sotto le unghie. All’origine del delitto, infatti, vi sarebbero numerose infedeltà e la minaccia della donna di andarsene con la figlia. L’ultimo di una serie di amanti ha vissuto in casa con la coppia. L’accusa è di aver premeditato l’omicidio. I due fratelli, infatti, avrebbero organizzato l’uccisione quando amante e figlia non erano presenti in casa. La donna è stata soffocata con un sacchetto. In seguito, è stata inscenata la morte naturale. Il movente del marito era di gelosia e rabbia, mentre per il cognato la donna era all’origine della vergogna familiare e della cultura tamil.
La difesa
Passando alle difese, l’avvocato del marito ha chiesto che all’uomo venisse riconosciuto l’omicidio intenzionale, 13 anni di carcere e la rinuncia all’espulsione. Per il cognato invece è stato chiesto dalla difesa il proscioglimento da ogni accusa.
