
18 anni sospesi a favore di un trattamento stazionario. La Corte di Appello e di revisione penale ha confermato la sentenza di primo grado nei confronti del giovane che, nel luglio 2018, uccise la nonna a martellate, dando poi fuoco alla casa. Il giovane, ricordiamo, era stato riconosciuto colpevole di assassinio, incendio intenzionale e turbamento della pace dei defunti. Reati che, come detto, sono stati confermati anche in Apppello. Come riferisce il CdT online, l’avvocato difensore si era battuto per una pena contenuta in 11 anni, sempre sospesa a favore di un trattamento stazionario, sostenendo la derubrigrazione dell’assassinio a omicidio intenzionale, non ravvendendo alcun premeditazione nella decisione dell’imputato di uccidere l’anziana signora.
Alla base dell’efferato gesto del giovane, che soffre di un lieve ritardo mentale, una richiesta negata di soldi. L’anziana signora si era infatti rifiutata di concedere denaro al nipote per potersi procurare la cocaina di fui faceva uso in dosi massicce.
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