Ticino
Del Ponte: "Non ho raggiunto nulla"
Del Ponte: "Non ho raggiunto nulla"
Del Ponte: "Non ho raggiunto nulla"
Redazione
8 anni fa
L'ex procuratrice stila un bilancio negativo dopo l'uscita dalla scena internazionale: "Siamo messi male con i diritti umani"

È un bilancio nero quello che stila Carla Del Ponte, la quale lascia la scena internazionale con una visione alquanto pessimistica del mondo. In una lunga intervista rilasciata al Blick, l'ex procuratrice ticinese afferma di non aver "raggiunto niente" durante i suoi anni dedicati a cacciare i criminali di guerra.

"Non c'è volontà politica nel voler perseguire penalmente crimini di guerra in Siria. Nessuna luce di speranza. È buio pesto" afferma la 70enne ticinese, che ha lasciato la Commissione d'inchiesta indipendente dell'ONU sulla Siria lo scorso agosto, auspicando al contempo l'istituzione di un tribunale speciale per i crimini commessi in circa 7 anni di conflitto.

Del Ponte sottolinea che nessuno si salva: "Quando nel 2011 abbiamo cominciato con le indagini, il "cattivo" era il regime. Nel frattempo tutti hanno commesso dei crimini di guerra: i terroristi, l'Isis, l'opposizione e il regime".

"Non ho mai visto atrocità peggiori di quelle commesse dall'Isis, né in Jugoslavia né in Ruanda" prosegue l'ex procuratrice del Tribunale penale internazionale (Tpi) per l'ex Jugoslavia e di quello che si è occupato del genocidio in Ruanda. "L'Isis tortura le persone e le tiene in vita, per continuare a seviziarle. Prima d'ora non ho visto nessuno che torturasse i bambini".

"Ho cercato di far adottare un bimbo di due anni in Svizzzera, l'unico sopravvissuto della sua famiglia. Prima che potessi avere i documenti e andarlo a prendere, l'Isis l'ha portato via".

Del Ponte fa pure un paragone: "Durate il processo contro i crimini di guerra commessi nell'ex Jugoslavia ho avuto come testimone un 17enne, che aveva perso suo padre quando aveva due anni. Il padre era stato ammazzato a fucilate, mentre teneva in mano il bimbo. Ma nessuno ha sparato al figlio. L'Isis non farebbe altrettanto: torturebbe il figlio, filmerebbe la scena, per infine ucciderlo".

Del Ponte afferma di continuare a credere in Dio, ma che ha molta meno speranza nel mondo rispetto a una volta: "Siamo messi molto male con i diritti umani. Per questo motivo ho lasciato. E lo ammetto: non ho raggiunto niente. Molti di quelli che ho accusato, non sono stati condannati. Devo convivere con questo. Ho si raggiunto la condanna di alcuni singoli criminali di guerra, ma non ho potuto evitare che questo orrore si ripetesse di nuovo. E si aggravasse. Ora non posso e non voglio più".

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