Cassa malati
Denti: “Un aumento scandaloso, bisogna cambiare paradigma”
©Fiorenzo Maffi
Redazione
2 anni fa
Sono stati annunciati gli aumenti dei premi malattia in Svizzera e in Ticino per il 2024. Teleticino ha trattato il tema con ospiti e specialisti. De Rosa: "Siamo sconcertati". Cereghetti: "Serve uno strumento che aiuti la popolazione a pagare i premi".

Ora è ufficiale: il consigliere federale Alain Berset ha comunicato oggi, nel corso di una conferenza stampa tenutasi a Berna, il nuovo aumento dei premi cassa malati. Nel 2024 il premio medio mensile in Svizzera ammonterà a 359,50 franchi, ossia 28,70 franchi in più rispetto al 2023. L’aumento più alto si registra in Ticino: un +10,5%, che si traduce in un premio mensile che passerà a 430,1 franchi (+40,8 franchi). A livello nazionale, ha detto Berset, dal 2018 "l’aumento medio dei premi è stato del 2.4%". I premi di cassa malati "rispecchiano i costi della salute. La sola maniera efficace per frenare l’aumentare è agire sui costi. Noi abbiamo proposto, come Consiglio federale, delle soluzioni in questo campo". L’aumento dei premi previsto per il 2024 "mostra la necessità di avere delle misure per frenare l’aumento dei costi". 

Le motivazioni

La ragione principale dietro l’aumento dei costi è legata all’aumento dell’età media della popolazione svizzera. "Più persone arrivano nell’età in cui si va più spesso dal medico, più aumentano i costi", ha detto Berset. Vi è poi anche la questione della qualità delle cure, migliorata nel tempo grazie ad apparecchiature sempre più performanti. Berset ha anche sottolineato che c'è sempre più bisogno di medicinali, mentre i costi dei farmaci antitumorali, ad esempio, sono aumentati. Anche i costi per i ricoveri ospedalieri sono cresciuti dell’11% circa. I numerosi cambiamenti intervenuti negli assicuratori sanitari nell’ultimo anno avrebbero avuto a loro volta un impatto, secondo il direttore del DFI. Inoltre, anche sui mercati finanziari le casse malati hanno regredito: ciò ha avuto un impatto sulle riserve.

Le critiche

"I medici hanno mostrato poca disponibilità al compromesso", ha affermato ancora Berset criticando le associazioni mediche. I pazienti, però, "dovrebbero anche guardare se stessi e vedere quando è davvero necessaria una visita dal medico, oppure valutare di rivolgersi prima al tuo medico di famiglia invece che a uno specialista".

I costi delle prestazioni

Nel 2022 i costi delle prestazioni sanitarie per assicurato sono cresciuti in misura maggiore nel settore ospedaliero-ambulatoriale (+8,5%) rispetto a quello degli studi medici (+5,1%). Il numero di consultazioni mediche per paziente è stabile, tuttavia i costi per consultazione aumentano. Il netto aumento dei costi delle prestazioni ospedaliere stazionarie, che generano il 19 per cento dei costi a carico dell’assicurazione obbligatoria delle cure medico-sanitarie (AOMS), è in parte dovuto ai ritardi nella fatturazione di prestazioni dell’anno precedente da parte di ospedali e cliniche di riabilitazione causati da una nuova struttura tariffale. In vari Cantoni si osserva un incremento dei punti tariffali nel settore ospedaliero ambulatoriale.  

Diminuzione delle riserve

Nel 2022 i forti effetti di recupero dopo la pandemia hanno comportato maggiori costi e provocato una perdita per le attività assicurative pari a 1,7 miliardi di franchi. A ciò si aggiunge una perdita di investimento di 1,8 miliardi di franchi dovuta alla difficile situazione sui mercati dei capitali, che corrisponde a un rendimento degli investimenti del -11 per cento. Le perdite sono state interamente compensate dalle riserve, che sono così diminuite a 8,5 miliardi di franchi in tutti i settori all’inizio del 2023. Nel complesso, gli assicuratori dispongono di sufficienti riserve, ma viene a mancare quel cuscinetto necessario per contenere ulteriormente l’evoluzione dei premi.

Composizione dell’aumento dei premi

Oltre all’aumento dei costi atteso, è necessario colmare un certo divario. Da un lato, i premi non copriranno i costi del 2023 poiché questi ultimi sono maggiori del previsto. Dall’altro, un numero sopra la media di assicurati ha cambiato assicuratore o scelto una franchigia più elevata per ridurre l’onere dei premi. Pertanto in media nel 2023 i premi sono aumentati in misura inferiore (+ 5,4 %) a quanto preannunciato (+ 6,6 %). Le minori entrate derivanti dai premi devono ora essere incluse nel calcolo dell’evoluzione dei premi del 2024, che terrà inoltre conto dell’aumento dei costi nel 2024. L’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) ha esaminato in dettaglio tutti i premi sottoposti dagli assicuratori per verificarne il rispetto delle prescrizioni legali, richiedendo adeguamenti laddove necessario. Tutti i premi sono stati approvati.

Lévy: "È un segnale d’allarme”

Intervenuta nel corso della conferneza stampa,  Anne Lévy, direttrice dell'Ufficio federale della sanità pubblica UFSP, ha affermato che “L'attuale incremento dei costi delle assicurazioni malattia è un segnale d’allarme. Le differenze cantonali sono dovute sia alla composizione della popolazione, sia alla capillarità dell’offerta”. L’assistenza sanitaria "deve però restare accessibile. Per questo tutti gli attori sono chiamati a trovare una soluzione, perché ora le riserve delle casse malati non esistono quasi più e questo -per la popolazione- significa che l’aumento dei premi non può più essere ammortizzato dalle assicurazioni”.

Cereghetti: "Serve uno strumento che aiuti la popolazione a pagare i premi"

Intervenuto nel corso della diretta di Teleticino, Bruno Cereghetti, già capo dell’Ufficio dell’Assicurazione malattia ha espresso una valutazione "non positiva sull’operato di Berset, perché non ha saputo portare l’unico elemento che potrebbe servire alla popolazione per mitigare questo effetto tsunami". Secondo Cereghetti, "oggi bisogna immaginare uno strumento che aiuti la popolazione a pagare questi premi che stanno andando fuori controllo. Se ci si illude di abbattere i costi non si andrà avanti: i costi vanno gestiti". Le proposte di Berset "sono di pochi milioni rispetto ai miliardi dell’assicurazione malattia. I costi non si possono abbattere, a meno che non si abbattano le prestazioni. Occorre agire, come priorità nazionale, per aiutare i cittadini nel pagamento dei premi”.

De Rosa: "Siamo sconcertati"

"Abbiamo appreso con profonda delusione che l'Ufficio federale della sanità pubblica ha deciso per il Ticino un aumento del 10.5% dopo il 9.2 proposto per quest'anno", ha esordito il direttore del DSS Raffaele De Rosa in diretta da Palazzo delle Orsoline a Bellinzona per commentare  la nuova stangata che toccherà il nostro cantone. "È una decisone che lascia sconcertati, anche perché giunge in un momento in cui il potere d'acquisto dei cittadini è già eroso dai rincari in diversi ambiti. In un contesto già difficile questa decisione pesa moltissimo sul bilancio di numerose famiglie. Una doppia stangata di questa entità supera i peggiori scenari immaginabili e pone un interrogativo sul sistema in quanto tale. Come è possibile registrare un aumento dei premi di quasi il 20% in due anni? Ritengo che il sistema sia arrivato al suo limite estremo e una riforma appare urgente". Ma come si è arrivati a questo 10,5% in più per il 2024? "Con un aumento dei costi previsto del 3,6% – ha detto ancora De Rosa –, ma soprattutto da importanti esigenze di recupero come la sovrastima del margine su riserve e capitale 2023 dell’1,7%, di una migrazione tra casse effettiva lo scorso anno per il 2% e di una sottostima della previsione dei costi per l'anno corrente del 3,2%".

A livello assoluto i premi aumentano per gli adulti a 502,20 franchi, per i giovani adulti a 349,30 franchi e per i minorenni a 127,50 franchi. Tra i principali assicuratori in Ticino, l'assicuratore più alto con 743.50 franchi è Swica, rispetto ad Assura, il meno caro, con 618.10 franchi. L'aumento più marcato in percentuale è del 13.5%, quello meno pronunciato del 7.6%.

Bianchi: "Abbiamo un +20% in più di spesa in Ticino rispetto al resto della Svizzera"

Ha quindi preso la parola Paolo Bianchi, direttore della Divisione della salute pubblica, che ha parlato dell'evoluzione dei costi. "Abbiamo un +20% di spesa in Ticino rispetto al resto della Svizzera", ha precisato Bianchi. Sui costi "incidono principalmente gli studi medici (24%), le cure ambulatoriali ospedaliere (17%), i medicamenti (19%) e le cure ospedaliere d'urgenza (18%)". Gli aumenti della spesa "sono dettati dalle tariffe, che sono abbastanza stabili nel tempo. A livello di quantità, invece, vi sono molti dati che dimostrano un aumento delle quantità, della spesa riferita ai vari settori".

De Rosa: "Iniziative combattute"

Ai microfoni di Ticinonews De Rosa ha ricordato i diversi elementi controversi rispetto a questa seconda stangata: "Il primo è quello delle previsioni di costo, che sono eccessivamente pessimiste", ha detto il direttore del DSS. Inoltre "abbiamo sempre detto che la restituzione delle riserve dovrebbe essere obbligatoria, ma le iniziative in tal senso sono state combattute e oggi vediamo che gli assicuratori perdono quasi 2 miliardi nella gestione patrimoniale e queste sono riserve che potevano essere restituite ai cittadini". Vi è poi il già citato effetto recupero: per il fatto che molti assicurati a seguito della stangata dello scorso anno, hanno cambiato cassa oppure optato per modelli assicurativi alternativi meno cari "e oggi ci dicono che a seguito di questo fenomeno, gli assicuratori hanno incassato il 2% in meno, un 2% che va caricato sui premi del 2024. Ci sono una serie di fattori per cui, ribadisco, siamo insoddisfatti”.

Cosa fare

In merito alla possibilità di azione del Ticino, "il Cantone sfrutta i limitati margini di manovra, ma vediamo che a fronte di misure anche moderate, i tempi si allungano le riforme per ridurre i costi vengono messe in discussione". In ogni caso "per la pianificazione ospedaliera abbiamo licenziato il messaggio e siamo convinti che a lungo termine sia un buono strumento. Adesso la palla passa al Parlamento”.

Denti: “Un aumento scandaloso, bisogna cambiare paradigma”

“Considerando la campagna di disinformazione messa in atto dagli assicuratori malattia negli scorsi mesi, mi aspettavo un incremento maggiore”, ha detto Franco Denti, presidente dell’Ordine dei Medici del Canton Ticino, intervenuto nel corso dello speciale di Ticinonews. “L’aumento è scandaloso, soprattutto per il Canton Ticino. È il momento di pensare a un modo diverso per calcolare i premi dell’assicurazione malattia che oggi, ricordo, si basano su previsioni e stime degli assicuratori e non sui costi effettivi. Bisogna sapere quanto costa effettivamente la sanità. Ho proposto di prendere l’esempio della fiscalità: fare un preventivo, pagare degli acconti e quando si arriva al consuntivo si vede se bisogna versare più soldi o riceverne. Questo significa cambiare il paradigma del finanziamento del sistema, perché è quello il vero problema”, ha aggiunto.

“Palazzo federale è incapace di prendere una decisione”

Gli aumenti, ha continuato Denti, “sono anche dovuti all’incapacità delle Camere federali e del Consiglio federale di prendere una decisione. Sul banco di Palazzo federale ci sono tre riforme che se fossero state messe in atto avrebbero ridotto i costi. Parlo del finanziamento delle prestazioni ambulatoriali che dovrebbe parificarsi a quelle ospedaliero, del tariffario medico e dei medicamenti. Punto, quest’ultimo, recentemente trattato dall’esecutivo federale. Questi sono gli aspetti fondamentali da trattare per cambiare la situazione, perché così non si può andare avanti”,

Curafutura: “Decisione incomprensibile del Consiglio federale”

Tra i vari attori legati al mondo delle cure, è intervenuta anche Céline Antonini, responsabile comunicazione di Curafutura. “Per noi è stato particolarmente difficile renderci conto che venerdì scorso Alain Berset, quando ha annunciato una serie di riforme a livello di farmaci, non ha menzionato quella che si aspettavano i partner del sistema sanitario", ha commentato Antonini. "Noi abbiamo lavorato a una proposta che permetterebbe di risparmiare centinaia di milioni di franchi promuovendo l’uso dei generici. C’era un accordo, ci aspettavamo la decisione venerdì scorso e, invece, pochi giorni prima dell’annuncio del rincaro, il Consiglio federale ha deciso di non attuare questa riforma, rimandandola. Per noi è una decisone incomprensibile". “Noi siamo convinti che il sistema attuale sia buono e permetta di avere un’ottima medicina", ha proseguito Antonini. "Riteniamo però che bisognerebbe attuare le riforme necessarie all’interno del sistema di cui si discute da anni”. E anche a livello ticinese "è importante fare un’analisi e vedere cosa si potrebbe fare per trovare delle soluzioni cantonali”.

 

 

 

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