
"Non ci aspettavamo una decisione del genere. Per una piccola-media impresa come la nostra, che produce in Ticino ma che ha una grossa fetta di mercato negli Stati Uniti, è veramente un duro colpo". Alessandra Alberti, direttrice di Chocolat Stella, non nasconde la sua preoccupazione all'indomani dell'annuncio dei dazi statunitensi al 39% per le merci importate dalla Svizzera. Come per molte realtà economiche nostrane, anche per la sua, la produzione di specialità di cioccolato, il colpo rischia di essere durissimo.
"Gli Stati Uniti rappresentano il 20% della nostra produzione"
"Noi vendiamo il 25% in Svizzera e il resto in 40 paesi del mondo - precisa Alberti - Gli Stati Uniti rappresentano il 20% della nostra produzione, quindi è un mercato molto importante che è cresciuto negli anni. Abbiamo dei clienti molto preziosi, i quali sono anch'essi molto preoccupati. Già in aprile, quando era stata data una prima informazione sui possibili dazi, c'era stato uno shock. I clienti avevano bloccato gli ordini. In seguito, vedendo questa tregua di 90 giorni, avevano di nuovo confermato gli ordini. Immagino che lunedì mattina avremo di nuovo dei contatti molto stretti con i nostri clienti".
"Speriamo che il Consiglio federale possa ottenere risultati migliori"
L'incertezza quindi è molta. L'azienda, che occupa a Giubiasco 65 persone, ha davanti a sé giornate delicatissime in cui dovrà capire come reagire alla decisione del presidente Donald Trump. La speranza è che il Consiglio federale possa trovare un accordo entro il 7 agosto, data in cui le nuove tariffe entreranno in vigore. "Noi auspichiamo veramente che il Consiglio federale riesca ancora a negoziare questi dazi - sottolinea Alberti - che lo possa fare come ha fatto negli ultimi mesi, ma che possa ottenere dei risultati migliori. In caso contrario tutte le realtà che esportano dalla Svizzera, soprattutto le piccole-medie imprese come la nostra, avrebbero problemi gravi, anche perché negli ultimi anni abbiamo affrontato molte sfide".
"I tempi sono duri ma lavoreremo sodo"
"Il franco forte rallenta sicuramente l'esportazione e nel settore del cacao abbiamo avuto il prezzo della materia prima che in meno di un anno è più che triplicato. I tempi sono duri ma ci metteremo a lavorare sodo come abbiamo sempre fatto, e cercheremo con i nostri partner negli Stati Uniti e nel mondo intero di trovare le migliori soluzioni. Ma speriamo veramente che ci sia una negoziazione che possa ridurre questi dazi, altrimenti sarà effettivamente un problema", conclude Alberti.