
"Vediamola anche come un'opportunità per trovare altre soluzioni, nuovi sbocchi commerciali e nuove idee. In questo le piccole medie imprese sono insuperabili". Questo è il bicchiere mezzo pieno secondo Fabio Regazzi, consigliere agli Stati del Centro e presidente dell'Unione Svizzera delle Arti e dei Mestieri, per quanto riguarda l'entrata in vigore dei dazi Usa sui prodotti svizzeri esportati negli Stati Uniti. "Dopo la seconda mazzata che abbiamo preso resterei piuttosto cauto e prudente, riflettendo sulle misure che possiamo adottare. Il tutto privilegiando la continuazione del dialogo con gli Usa, perché è chiaro a tutti che quanto imposto da Trump non sta né in cielo, né in terra", spiega a Ticinonews.
"Colpite soprattutto le Pmi"
I dazi imposti dagli Stati Uniti "colpiranno soprattutto le piccole-medie imprese (Pmi)". Realtà che, a differenza delle multinazionali, "sono costrette a produrre in Svizzera e non hanno la possibilità di avere filiali negli Usa o al di fuori del nostro Paese". Pmi "che rappresentano il 98% delle aziende rossocrociate, il cui 40% esporta in tutto il mondo, 'States' compresi".
Un bicchiere mezzo pieno
Le stesse Pmi, continua Regazzi, "sono anche molto resilienti, come già dimostrato in altre crisi, e hanno una flessibilità che non caratterizza le grande realtà". Per questo il presidente dell'Usam si dice "convinto che ci sarà una fase di transizione difficile, con delle ripercussioni, ma che sul medio-lungo termine queste aziende sapranno trovare delle soluzioni che permetteranno di superare senza troppi danni questo momento". Quindi, aggiunge, "vediamola anche come un'opportunità per trovare altre soluzioni, nuovi sbocchi commerciali e nuove idee".